Recensione su Borg McEnroe

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Borg McEnroe
Regia:

Il voto sarebbe un 7.5 / 16 Luglio 2018 in Borg McEnroe

Ottimo film che si concentra principalmente sulla sfida tra i due tennisti a Wimbledon nel 1980.
Bjorn Borg (l’ottimo Sverrir Gudnason) ha 24 anni ma è già un affermato campione di tennis; ha vinto il torneo di Wimbledon quattro volte e si appresta a cercare di vincerlo per la quinta volta consecutiva.
John McEnroe (Shia LaBeouf meno convincente ma comunque bravo) è l’emergente con buon talento che cercherà di contrastare Borg nella vittoria del titolo.
Borg è apparentemente freddo, quasi un robot che non fa trasparire emozioni; McEnroe è ribelle, in perenne litigio con arbitri e spettatori.
Ma il film svela che i due non sono così distanti; da giovane Borg aveva frequenti scatti d’ira, però grazie al suo mentore e allenatore Bergelin (un buon Stellan Skarsgard) riesce a incanarli, come una pentola a pressione che si tiene tutto dentro (sperando che prima o poi non scoppi).
Il film si sofferma maggiormente su Borg, proprio come l’attenzione di tutti per Wimbledon 1980; era lui sotto i riflettori della stampa di tutto il mondo a quell’epoca. Amato da tutti o quasi mentre McEnroe, per le sue esplosioni di rabbia, era praticamente malvisto e odiato.
I due tennisti sono a tratti odiosi; quando Borg rischia di allontanare allenatore e la fidanzata Mariana Simionescu (Tuva Novotny), mentre McEnroe rischia di perdere un amico che però gli darà un prezioso consiglio.
Ci si concentra maggiormente sulle pressioni e sulla vita fuori dal campo; gli incontri sono il succo dell’ultima parte che culmina con la spettacolare finale che tutti aspettavano con i due protagonisti.
Dopo Rush, un altro ottimo film sportivo che svela alcuni lati oscuri dei campioni di tennis.

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