Recensione su Bohemian Rhapsody

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LA REGINA E’ MORTA, VIVA LA REGINA / 4 Dicembre 2018 in Bohemian Rhapsody

Superando la mia annosa allergia nei confronti dei biopic incoerenti sono andato (trainato da amicizie) a vedere quello che alla fine si è rivelato un bel biopic incoerente.
Nonostante esibissi un certo disinteresse per la pellicola in questione, in fondo al cuore, ma proprio in fondo in fondo, provavo una certa curiosità. Curiosità purtroppo generata dai motivi sbagliati, ovvero la travagliata produzione del film cominciata nell’ormai lontano 2010 dopo cristo.

Bohemian Rhapsody è esattamente quello che mi aspettavo che fosse. Un atto di onanismo da parte degli stessi Queen.
Come è noto sono stati proprio May e Taylor a volere fortemente un film sul gruppo. Nota bene…non su Freddie Mercury, sul gruppo… tanto che nel corso degli anni hanno allontanato chiunque non si fosse allineato al progetto “santino”. A supporto della tesi “santino” chiamo alla sbarra come testimone Sacha Baron Cohen che una volta segato via dal progetto dichiarò: “Ci sono storie straordinarie su Freddie Mercury. Era una persona davvero selvaggia e il suo stile di vita era all’insegna della più totale dissolutezza. C’è un aneddoto su un party dove c’erano queste “piccole persone” che giravano con dei vassoi di cocaina in testa. Ma tutto si stava trasformando in un film molto meno interessante perché loro (i Queen) volevano preservare la propria eredità in quanto band e volevano che si parlasse del gruppo. Cosa che posso capire completamente. Durante il primo meeting Bryan May disse: “È un film così grandioso perché a metà film accade una cosa fantastica!” io domando “Cosa accade a metà film?” e lui “Freddie muore”. Io a quel punto proseguo “Oh bene, una roba un po’ alla Pulp Fiction dove la fine è a metà film e la metà film è alla fine?”. E di nuovo lui “No, no, no”. Domando “Ma allora che accade nella seconda metà del film?” e questa persona mi spiega che “vediamo come i membri della band si fanno forza e superano questo momento”. A quel punto gli ho spiegato “Senti, nessuno andrà a vedere un film in cui il protagonista muore di AIDS a metà della storia perché a nessuno interessa scoprire cosa succede agli altri membri della band”.”

Morale della favola ci ritroviamo con il film che i Quenn superstiti hanno sempre voluto sin dall’inizio. Un gioviale racconto di fantasia su tre musicisti morigerati che conducono una vita di stampo monastico e un frontman con qualche eccesso ma in fondo nulla che ti ammazz…Ops…va beh. Ebbene si, sono riusciti nell’impresa di smussare anche le debolezze di Mercury. Perché di cocaina c’è giusto un tavolino impolverato per mezzo secondo, perché per vita dissoluta s’intende qualche bacetto a fior di baffo, e anche qualora qualcuno lo accusasse pubblicamente di tenere festini orgiastici, questo qualcuno è un personaggio odiato da tutti e livido di rancore per tanto poco attendibile.

Non sono un fan sfegatato dei Queen pertanto non conosco a menadito la storia del gruppo ma non mi straccio le vesti per la meraviglia quando a posteriori vengo a sapere che il personaggio del discografico non è mai esistito, che non si sono mai sciolti ufficialmente, che tutti i componenti del gruppo hanno intrapreso carriere soliste senza creare dissapori, che la genesi del gruppo è totalmente diversa, che la scoperta della malattia di Mercury è successiva e di molto rispetto a quanto mostrato, Ecc. Ecc.

Anche a livello di scrittura qualcosa non quadra. Alla fine della fiera sembra che i quattro, una volta formatosi, vendono il furgone incidono un album e sono famosi in tutto il mondo. Un racconto vagamente pressapochista.

In buona sostanza Bohemian Rhapsody è solo una scusa per rifarsi le orecchie con le musiche immortali dei Queen e con la voce cristallina di Mercury. Di sicuro non si preoccupa di raccontarci il fenomeno Queen e sopratutto omette il Freddie uomo per mostrarci esclusivamente il Mercury star.

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