Recensione su Black Panther

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Qualcuno vendichi Killmonger / 1 Giugno 2019 in Black Panther

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questa è la triste storia di un giovane eroe, proveniente da un paese dell’Africa chiamato Wakanda. Il nostro eroe ha perso il padre, ed è deciso a combattere per ciò che è suo, il trono del Wakanda. Le leggi del Wakanda sostengono che può reclamare il trono chi ha sangue di re, e lui ne ha, e per ottenere ciò che gli spetta di diritto deve sconfiggere in un combattimento a corpo a corpo l’altro pretendente. Il Wakanda è un paese magico, finge di essere un paese del terzo mondo ma in realtà è in possesso di un avanzatissima tecnologia che permette di curare il cancro, le vertebre rotte e probabilmente potrebbero con quelle navicelle spaziali ipertecnologiche impedire la colonizzazione e lo sfruttamento di tutta l’africa.
Ma c’è del marcio in Wakanda. Infatti il regno è governato da un perfido sovrano che ha ucciso il fratello lasciando il suo povero figlioletto orfano per delle ragioni del tutto illogiche. Ora però è morto perché esiste una giustizia divina, e al suo posto gli è succeduto il figlio, un idiota beota che sa fare sì e no due espressioni in croce.
Il nostro principe Erik con la K però non ci stà. Come un novello Simba, dopo anni di assenza in cui è cresciuto nel ghetto nero è un tantino arrabbiato con lo zio e con il cugino. Però decide di scegliere la via giusta, uccide un trafficante d’armi e riporta il cadavere al Wakanda. I Wakandiani sono gente evoluta, così evoluta che alla vista del cadavere concedono a Erik di combattere con il cugino diversamente intelligente, per concorrere al ruolo che gli spetta, quello di re. Ed essendo un film disney, Erik vince, elimina il cugino e lo butta da una rupe.
Poi prende la decisione di aprire le porte del Wakanda, perché santa pazienza, abbiamo la cura per il cancro, perché dovremmo tenerla per noi?
Tuttavia c’è ancora del marcio in Wakanda. Il cugino dalla faccia espressiva come un divano comprato a prezzo pieno da poltrone sofà è sopravvissuto, ritorna, ed entrambi combattono con il potere della pantera nera. In una battaglia con degli effetti speciali talmente brutti che ho preferito fissare il muro che c’è dietro la mia televisione piuttosto che guardarli.
Il povero Erik rimane ferito. Potrebbero curarlo in un petosecondo. Ma preferisce morire da vero eroe qual’è. Mentre il cugino rimane sadicamente a guardarlo morire così, giusto perché aveva due minuti liberi rosicchiati dalla pausa dalla guerra civile. Poi boh apre i porti, ma senza il mio eroe, non aveva più senso questo film.
Da tutto questo ho capito che i wakandiani sono dei celebrolesi. Stato evoluto col vibranio e tutti i crismi, e poi sono ancora soggetti a una monarchia assoluta, eletta in base a chi tira le capocciate più forte. Vabbè, RIP Killmonger, insegna agli angeli a morire senza una valida ragione, dopo che avevi vinto la gara delle capocciate.

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