Recensione su Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)

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Chapeau / 24 Febbraio 2015 in Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)

Da amante di Iñárritu ero molto scettico all’uscita del film. Sapevo che sarebbe stato molto diverso da Amores perros, 21 grammi, Babel o Biutiful. Proprio quando non te lo aspetti Iñárritu scrive e dirige un’altra opera artistica di assoluto livello. Ciò che è più evidente in Birdman è la serrata critica al cinema mainstream, al cinema che nasce per piacere ad un mucchio di idioti, al cinema fatto di effetti speciali, di costumi e di maschere, al cinema che non rappresenta più L’ARTE (perché questa è la cosa fondamentale, l’arte). Birdman è il viaggio introspettivo di un ex divo di Hollywood che cerca disperatamente il successo perduto, cerca di ricucire i rapporti familiari e cerca di scacciare i vecchi fantasmi che lo tormentano. Michael Keaton si cala benissimo nella parte, d’altronde dopo aver svestito i panni di Batman anche per lui è stato difficile ripartire. Applauso a tutto il cast e soprattutto ad Iñárritu, che si conferma per la quinta volta consecutiva un Regista con la R maiuscola.

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