Recensione su Birdman o (L'imprevedibile virtù dell'ignoranza)

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15 Febbraio 2015

Davvero, a me questa cosa di un unico piano sequenza di due ore non è che mi piaccia molto, anzi, mi ha fatto venire pure mal di testa, peggio dei film in 3D. Se non altro, probabilmente la cosa era essenziale per la resa del progetto, che altrimenti sarebbe sembrato un delirante film dalle battute un po’ mmmboh, forse banali, forse anche la sceneggiatura lo è un po’, però c’è da dire che è sicuramente al passo coi tempi.
Non dico che tutte le battute mi siano sembrate, per l’appunto, banali, ma alcuni concetti essenzialmente lo sono. Insomma, il solito delirio, frasi che ti aspetti di sentire in un film del genere e parole che ti aspetti escano dalla bocca dell’attore.
Che ci posso fare, sono una nostalgica, rimpiango i tempi di 21 grammi. Tecnicamente parlando Birdman è oltre (verso l’infinito ed oltre), ma non credo sia esattamente il mio genere di film. Troppi numeri e poca sostanza, tutto sommato (non ai livelli di Cuarón con Gravity, comunque – quello proprio tutto fumo di grande impatto grafico e niente arrosto).
Davvero un bel cast, spiccano Keaton e Norton, e direi che questa sarebbe la volta buona di dare una bella statuetta ad Ed, se l’è meritata in molte altre circostanze e questa interpretazione non è altro che la riprova della sua bravura.
Emma Stone che ve lo dico a fare, sono di parte di brutto con lei, è brava forte per me, punto. Non c’è da ritrattare.
Un bel film, non il mitico capolavoro professato da molti, ma davvero fatto bene. Ma onestamente Wes Anderson tutta la vita, spero gli vada meglio quest’anno, anche se dubito fortemente che Grand Budapest Hotel possa fare incetta di premi come Boyhood o Birdman, per l’appunto. E’ un peccato, perché li meriterebbe.

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