13 Recensioni su

Big Fish - Le storie di una vita incredibile

/ 20038.01060 voti

Bah, incomprensibile / 22 Settembre 2020 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

prosegue il mio rapporto sinusoidale con Tim Burton.
Qui siamo sulla parte bassa della curva, film completamente incomprensibile , con tante-troppe storie senza senso buttate qua e là, senza il minimo raccordo e distinzione tra realtà e finzione.
mollato dopo 45 minuti di 100% no-sense , decisamente non un film per me.

Modelli mitologici / 3 Ottobre 2015 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Le avventure di Ed Bloom sembrano seguire i loro modelli mitologici in maniera abbastanza sistematica: Odissea (già il cognome del protagonista, del resto, ti fa pensare a Ulisse), con una specie di Circe o Tiresia (la Strega), il Ciclope e il Paese dei Lotofagi (il villaggio di Spectre); intermezzo biblico con Labano (il direttore del circo) e Giacobbe; finale a tema libero – forse non a caso il più divertente – con l’episodio dell’incursione dietro le linee cinesi e quello della rapina.
Nella seconda parte però il film diventa più faticoso: la fusione tra il realismo magico del passato e il realismo amaro del presente è incerta e insoddisfacente, e alla fine Burton spinge troppo sul pedale della commozione. Ma rimane comunque un film piacevole.
Il nome della confraternita universitaria sull’edificio dove abita Sandra Bloom è, un po’ perfidamente, ΣΩΔ. Marion Cotillard (Joséphine) est très jolie.

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24 Maggio 2015 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Chi di noi non conosce un pallista di professione? Uno di quelli che ingigantisce le proprie esperienze per renderle fenomenali alle orecchie del proprio interlocutore…
Per sentirsi al centro dell’attenzione, o magari, più semplicemente, soltanto per il piacere di raccontare storie sensazionali.
Ne conosciamo sicuramente uno e magari anche più di uno…
Gli Elio e le storie tese ci hanno scritto una memorabile canzone (la mitica “Mio cuggino”)…
Tim Burton ci ha fatto un film piacevole e divertente, un manifesto alla fantasia umana e a quanto essa sia fondamentale nel rendere la nostra vita terrena più serena e gioconda.
Big Fish insegna a non prendersi troppo sul serio e a vivere la vita in modo più scanzonato.
Il regista mescola il suo personalissimo stile gotico (che fa capolino qua e là, vedi il grosso pesce che da il titolo alla pellicola o la foresta dei ragni volanti) a suggestioni felliniane (la meravigliosa scena in cui il protagonista sogna la propria morte, omaggiato dagli stravaganti personaggi che ha incontrato in vita).
C’è un po’ di Forrest Gump e qualcosina di Amelie.

Forse al film manca qualcosa, un po’ di coesione, un po’ di brevità in certi passaggi.
Per certi versi è un peccato, perché l’idea di fondo era molto interessante e aveva tutte le potenzialità per diventare un grandissimo film.

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30 Dicembre 2014 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Film stupendo, Tim non si smentisce mai!!!

La fantasia vince sempre / 8 Settembre 2014 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Film di una delicatezza, di una poesia e di una magia incredibili, che arriva dritto al cuore e narra della grandezza della finzione, della indiscutibile e inossidabile supremazia della fantasia sulla fredda e grigia realtà. Non dovete fare altro che guardarlo e riguardarlo, per tornare a sognare. Indimenticabile Albert Finney.

5 Agosto 2014 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

È il primo 10 che do ad un film. 1) Burton in regia 2) colori e fotografia spettacolare. Ma in fondo queste sono le solite cose che mi affascinano dei film del Regista (maiuscola voluta).
Cosa fa meritare allora il 10? Quando un film lo guardi per la prima volta e alla fine della visione ti accorgi che vuoi vederlo ancora ed ancora ed ancora, beh allora si merita quel voto.
È una storia degna di essere raccontata, forse basta questo, o forse è il fatto di poter far nascere domande, anche semplici, ma che ti lasciano a ripensare al film visto.
Ottimo.

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13 Febbraio 2013 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Un Tim Burton più colorato e vivace, ma con venature gotiche e cupe qua e là. Mi è abbastanza piaciuto ,specialmente per alcune scene esteticamente perfette ( daffodils everywhere!) e per la caratterizzazione super interessante dei comprimari. Avrei però ridotto la durata.

8 Febbraio 2013 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Era il 2005, quando il Pornomane fece una tesi di laurea triennale su Timoteo Burton e in particolare Big Fish. Io ero veramente loser, perché era l’unico film del suddetto che ancora mi mancava. E gli dissi che non appena lo avessi visto avrei chiesto la sua tesi da leggere. Ci ho messo soltanto 8 anni, e ciò è sufficiente a farmi sentire una persona abbastanza affidabile.
Grazie a una retrospettiva su Timoteo, ho ulteriormente allargato il portafoglio dei miei abbonamenti ai cinema di Torino centro. Whatevva. Big Fish è la storia, in retrospettiva a da parte di narratori, che sono al contempo i protagonisti, della vita di Edward Bloom. E non mi sembra casuale né il nome Edward né il nome Bloom, però non ho voglia di spiegare perché (aka ci arrivate da soli). La storia è la storia del figlio di Edward, che accorre al suo cappezzale quando un cancro sta per ucciderlo, insieme a Marion-gnocchissimamoglie Cotillard. Come non innamorarsi della Cotillard, del resto? Accorre, dopo non aver parlato col padre per tre anni, un padre-menestrello di se stesso logorroico e ingombrante, in tutti i sensi. Il difficile, per il figlio, sta proprio nel cercare di sbrogliare la matassa tra fantasia-magia e realtà. Ogni episodio del viaggio nella vita di Eddie Bloom sembra potersi proporre sotto una doppia lettura. Un viaggio extra-ordinario sullo sfondo dell’America piccolo provinciale, con la partenza dal paesino, l’innamoramento della donna della sua vita, un amico gigante, il lavoro nel circo al servizio di Danny deVito/warewolf, la guerra in Korea, una misteriosa doppia esistenza, perché una sembrava non potesse bastargli. Il racconto, il viaggio e la crescita, tutto insieme arriva a formare una vera e propria mitologia famigliare, con rimandi, chiari e tanti, alla mitologia classica, al romanzo cavalleresco di stampo medievale e quelli, inevitabili, al fantastico che Burton è riuscito a trasformare nella sua cifra stilistica. Il film stesso è una riflessione del regista, sul rapporto padre/figlio e sulla vita, operata in un periodo in cui Timmy stava perdendo un padre, il padre, e diventando padre, senza articoli. E non una riflessione incompiuta, perché la sua risposta, e la relativa messa in immagini, è la fusione tra la dimensione reale e quella fantasioso-immaginifica, che ricama sulla realtà fino a tal punto che il confine con l’immaginazione si sfuoca e si perde, perde valore. Siamo quel che raccontiamo, ed è quello che Will, il figlio, anche se ha un po’ la faccia da pesce lesso (del resto è comprensibile, essendo figlio di un grosso pesce gatto), comprende solo nel finale, imparando finalmente a usare l’immaginario e accompagnando il padre a chiudere gli occhi. Gente nel cinema che piangeva come vitelli (io).
Dammi 8 anni e arrivo eh. Coming.

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chissà a che punto sarebbe il mondo… / 8 Febbraio 2012 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Chissà a che punto sarebbe il mondo se i padri o le madri o anche i nonni avessero
avuto la voglia e il tempo di raccontare a figli e nipoti gli episodi della loro
vita vissuta, gli insegnamenti, gli errori, e le storie che in qualche modo hanno
contribuito a trasformarli nelle persone che sono diventati.

Chissà a che punto sarebbe il mondo se i figli o i nipoti avessero avuto l’interesse
e il tempo per ascoltare le storie di genitori o nonni e dalle stesse tratto qualche
spunto o insegnamento per costruirsi il loro futuro.

Cos’è la verità?? esiste? ne esiste una sola? e, in fondo, è cosi importante conoscerla?

ogni storia raccontata può esser considerata vera e reale anche se raccontata da due
oratori diversi differisce per particolari, contesto o comunicazione?

Credo sia abbastanza logico che esperienze di vita, modo di affrontare e predisposizione
agli eventi siano in qualche modo soggettivi e influenti sul racconto di esperienze ed
emozioni. E in questo senso credo che la stessa storia raccontata da due persone
estremamente diverse possa essere vera allo stesso modo in cui a noi appare in contraddizione;
come scegliere la verità allora??

Non lo so, ad ogni modo credo che tranne che in certi casi, non sia quella la questione su
cui concentrarci, quanto piuttosto debba essere riuscire a cogliere, ascoltando con attenzione
il racconto dalle due parti, le emozioni e l’influenza della personalità degli stessi oratori
sul racconto stesso in modo da riuscire a coglierne una nostra versione che non può esimersi dal
tentere in seria considerazione tutte le caratteristiche più importanti degli esseri umani che
la stanno raccontando.

Alla fine avremo probabilmente tre versioni, tutte e tre diverse da loro, ma tutte e tre veritiere,
non pensate? perchè una dovrebbe essere più “reale” dell’altra??? io credo che, semplicemente,
siano viste da diversi sguardi e diversi punti di vista.

Mi ha toccato molto il rapporto padre figlio di questo film che come spesso accade, non si incontrano
per tutta la vita e sono molto più estranei di quanto il grado di parentela non dica, situazione
figlia delle aspettative reciproche che le “figure” spingono ad avere e di quel non sforzarsi
di osservare la vita con gli occhi dell’altro per capirne la visione o quantomeno avvinicarsi a farlo.

Altro punto molto interessante di questo film e chiedersi quanto conoscere il momento della
nostra “uscita di scena” potrebbe e dovrebbe influenzare il nostro presente? il messaggio del film,
ovviamente visto con i miei occhi e di conseguenza figlio della mia interpretazione, del mio
stile di vita e del mio modo di vedere le cose è che non dovrebbe influenzare piu di tanto;
in primis perchè non potrebbe variare e in secondo caso perchè focalizzarsi con l’attenzione
su un qualcosa che non si può modificare ci toglie tempo e spazio a un sacco di cose che invece
si possono fare se non si “spreca” il nostro tempo contro qualcosa di ignoto e inalterabile.

Ultimo messaggio che ho colto, sempre presente nei film di Burton, è che le diversità possono coesistere
e che, sempre, contribuiscono a accrescere il valore di una persona e mai a sminuirlo.
Avere una mente aperta ad incontrare, affrontare e capire le diversità è il primo passo
per una vita più consapevole e piu completa.

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26 Agosto 2011 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Big Fish è ciò che si può definire “Favola”, nonostante la durata ha in sè un grande insegnamento ovvero quanto ogni singola narrazione diviene soggettiva e carica di proprie idee al passaggio daun paio di labbra ad altre. Approvo tantissimo la scelta dei luoghi e dei personaggi, che hanno aiutato a rendere questo film un capolavoro.
Impressione stra positiva per la versatile Helena Bonham Carter, che in ogni film in cui viene richiesta la sua partecipazione riesce a lasciare il segno.
Non è solo un film da vedere ma da RIvedere, in quanto ogni volta che lo si vedrà si riuscirà a leggerne un significato differente e più enigmatico di quello precedente, proprio perchè in fondo il finale è lasciato all’immaginazione del pubblico

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3 Aprile 2011 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Il capolavoro di Tim Burton. Da un’idea così semplice, ovvero quella che quando si racconta una storia la si arricchisce sempre e non la si racconta “nuda e cruda” com’è, Burton ci racconta una favola splendente e al tempo stesso cupa, come solo lui sa fare, sul rapporto fra un padre e un figlio. Una favola d’altri tempi che fa riflettere ed emozionare, un piacere per gli occhi e per l’anima, con un cast straordinario.

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quello che i padri non dicono / 13 Febbraio 2011 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Burton ci regala uno dei più emozionanti paradigmi del rapporto figlio-padre. Un figlio che, diventando adulto, si affida alla razionalità per leggere la realtà. Figlio di un padre che da sempre ha vissuto contenendo in se realtà e fantasia. Un padre egocentrico che non chiede di essere compreso ma individuato e riconosciuto e i cui racconti con atmosfere di fiaba sono metafore di quasi ogni aspetto del vivere. Non solo da bambini ma anche da adulti dovremmo tenere viva la nostra parte fantastica.

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Ed Bloom è un bugiardo oppure no? / 5 Febbraio 2011 in Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Una favola (forse per adulti) ben raccontata, belle invenzioni degne del miglior tim burton.
Cos’è reale e cos’è fantasia degli incredibili racconti di Ed Bloom?
Diventato adulto il figlio Will non crede più alle “favole” del papà: l’antitesi tra il mondo fantastico narrato dal padre, che racconta in letto di morte ancora una volta (per noi spettatori) le sue peripezie, e la disillusione del figlio è il centro del film.
Ed Bloom è un bugiardo oppure no?
Toccante e coinvolgente. Un elogio alla fantasia umana.

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