Recensione su Biancaneve e il cacciatore

/ 20125.5443 voti

Imbarazzante / 19 Agosto 2012 in Biancaneve e il cacciatore

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Come altro definire questa cosa che non so come mi sia venuto in mente di vedere al cinema? (scordatevi che possa mai far parte della mia collezione di DVD).

Da dove cominciare?
Magari iniziamo dai plagi? Ma sì dai. Il film ne è costellato. Dalla scena del cavallo bianco che affoga in una palude (La Storia Infinita), al dio della foresta che sembra copincollato da La Principessa Mononoke, a una cavalcata sulla spiaggia che grida Robin Hood di Ridley Scott a una Kristen Stewart in armatura che vorrebbe avere un millesimo del carisma della Jovovich in Giovanna D’Arco di Besson, e fallisce miseramente nell’intento. Ah e avete notato il simbolo sullo scudo di Biancaneve? Non vi ricorda lo stemma di Gondor del Signore degli Anelli? No? Neanche un po’? Siete sicuri sicuri?

Ma parliamo della storia. Fondamentalmente è un susseguirsi di scene autoreferenziali che arrancano in cerca di un filo conduttore. A un certo punto gli eponimi biancaneve e il cacciatore stanno per attraversare un ponte quando salta fuori un troll in computer grafica dall’aspetto particolarmente gommoso. Hemsworth prova a fare il figo e ci si azzuffa un po’ ma viene soverchiato. Biancaneve salta fuori dal suo nascondiglio e grida ‘no!’ al mostro, che la guarda, fa gli occhioni teneri, e se ne va via regalandoci un primo piano del suo retto (grazie, ora sì che mi sento appagato). Una scena tipo ‘la bestia feroce viene ammansita dalla purezza del cuore della principessa’. Ci vuole coraggio a voler fare una scena così.
Per inciso, solo la Stewart riesce a mantenere la stessa espressione facciale sia che gridi ‘no!’ a un mostro, sia che giaccia addormentata. Lo sapete, no? Quell’espressione post-orgasmica stampata sulla sua faccia a mo’ di rictus. Anche quando la fotografano alle presentazioni dei film. Poverina deve avere una paralisi.

La nostra eroina porta il suo rictus post-orgasmico nella foresta dei nani e delle fatine (le fatine si commentano da sole: http://img.gawkerassets.com/img/17oc7e21oa1j4jpg/original.jpg) dove incontra il summenzionato dio della foresta della Principessa Mononoke. Una scena perfettamente inutile e imbarazzante per la somiglianza alle pubblicità di giocattoli per bambine, con le lucine colorate e i colori brillanti.
Ma ecco che arriva il fratello della regina cattiva! Il personaggio le cui uniche due caratteristiche sono l’avere le linee di dialogo più stupide della storia del cinema e il venir preso a calci da tutti tranne che da Hemsworth (tra l’altro alla fine di quella soffertissima scena di combattimento c’è un momento di glorificazione del pisello di legno del fratello della regina. Il retto del troll non bastava). Che personaggione questo cacciatore eh? A parte prendere calci in culo da bravacci di strada, troll e fratelli minorati di regine cattive, a ben pensarci non è che faccia molto… quando non è lì a prenderle fa del suo meglio per sembrarci un tipo rozzo e burbero ma col cuore d’oro. Una specie di Han Solo. Ma che alla fine ha lo stesso carisma di Jar Jar Binks.
Ma i monologhi sono il piatto forte di questo film. Terrificante quello del cacciatore pronunciato davanti a Biancaneve che giace addormentata dopo aver dato un morso da pornodiva alla fatidica mela (no sul serio, rivedete come morde quella mela, avanti). Perché qui il cacciatore sbronzo ci rivela le tragiche ferite che si porta nel cuore, tra cui la moglie morta a causa della regina. Ah, questo sì che è un personaggio tormentato!
Poi biancaneve si sveglia, e credendosi Giovanna d’Arco pronuncia un discorso che rivaleggia con quello di Immortals di Tarsem Singh per quanto è ridicolo. “il ferro si scioglie, ma poi si risolidifica…” tutti la guardano interdetti, silenzio imbarazzatissimo in tutta la scena… e poi il solito discorso alla “possono prenderci la nostra vita ma non ci prenderanno mai la libertà!” Detto con il rictus post-orgasmico della Stewart. Quanto pathos!

Ah una cosa. Secondo la storia, la magia della regina poteva essere spezzata solo dalla più bella. Alzi la mano chi ha il coraggio di dire che Kristen Stewart è più bella di Charlize Theron. Dai, vi sfido.
Povera Charlize. Capisco che deve anche lei pagare le bollette, ma vederla cavar sangue dalle rape per tutto il tempo è stato straziante.

In conclusione, a un certo punto al cinema sono scivolato giù dalla poltrona. Dalle risate, giuro. Non ho riso tanto dai tempi di House of the Dead. Sì, quello di Uwe Boll.

1 commento

  1. chiarin / 18 Gennaio 2013

    Abbiamo visto lo stesso “film”. 😀

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