Non c’è dubbio.”Bianca” è il miglior film di Nanni Moretti.In questo splendido film,il classico alter-ego del regista,Michele Apicella,non possedendo una vita sua,è ossessionato dalla vita degli altri.Michele,è un professore di matematica alla scuola Marilyn Monroe,ed è qui che si consuma la tragedia.A far cambiare istantaneamente la vita dell’uomo è una donna.Una donna bellissima,dice di chiamarsi Bianca.Nanni Moretti,tra una sfrenata passione per dolci di ogni tipo e per le scarpe delle persone e una lenta tragedia che si sviluppa in un mondo nuovo e impossibile da ritrovare,si muove con calma,forse impaurito.”Bianca”,non solo è il suo capolavoro,ma è un’analisi serrata sulla realtà umana delle cose.Le cose materiali,le cose spirituali,le cose nè materiali nè spirituali.L’arrivo della donna,non solo scombussola tutta la vita “perfetta” di Michele,ma influisce sulla sua già disturbata psiche.Da antologia il discorso finale con il commissario,la prima notte con Bianca e la scena del pullman.Un geniale affresco poetico e poco consolatorio.Nel mirino di Moretti le amicizie,vere o fasulle.Moretti non può mettere limiti,non riesce a mettere paletti alla sua sfrenata paranoia e ossessione.L’immagine dell’uomo che ci dà è quella di un involucro apparentemente nullo e privo di vita.Un involucro che si attiva quando l’oggetto del suo desiderio si manifesta.E in questo caso,l’oggetto è lei,la donna della vita,una Laura Morante in condizioni strepitose.Indimenticabile il personaggio di Michele Apicella.I primi film di Moretti sembravano tutti tasselli di un puzzle infinito.Se dovessimo dare un titolo a questo tassello,lo chiameremmo “Lucida follia di un piccolo-borghese”.Moretti,piccolo-borghese della situazione,qualche anno prima de “La messa è finita” si crea un universo a parte.Tra segreti familiari,killer che colpiscono per pura follia(giusta,forse,ma pur sempre follia) e donne bellissime che sgambettano per le strade sussurrando parole dolci e baciando uomini che non conoscono e non conosceranno mai del tutto.Sembra un sogno.Ma Moretti,purtroppo,deve mettere in scena la cruda verità.E “Bianca” è la sua verità suprema.
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