BELLO E ONESTO / 11 Luglio 2018 in Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata
Dal dopoguerra il cinema italiano ha generato una sorta di sotto genere sull’emigrazione. Pane e cioccolato, Sacco e Vanzetti, Spaghetti House, i magliari e molti altri vanno a formare quello che a parer mio andrebbe preso in considerazione come un genere vero e proprio. A prescindere dalla latitudine dall’ambientazione le situazioni rappresentate hanno spesso punti di contatto e questo “Bello, onesto, ecc. ecc.” non fa eccezione.
Amedeo è un emigrato in Australia di lungo corso. Stufo di non trovare una compagna prova a sposarsi per procura con una battagliera Carmela. Una serie di equivoci e di verità non dette li condurrà ad intraprendere un viaggio assurdo.
Il personaggio di Amedeo è molto interessante. Emigrato da oltre vent’anni cerca una connazionale che rappresenti il suo ideale di donna di quando è partito dall’Italia. Una donna meno emancipata delle australiane, con valori e mentalità da donna degli anni ’50. Amedeo ragiona come se avesse lasciato l’Italia un mese prima, come se non si fosse accorto del passare del tempo e questa sembra una condizione comune a molti emigrati italiani che immaginano il paese d’origine come cristallizzato al giorno che l’hanno lasciato.
Interessante è il desiderio di vendetta, covato dagli italiani, verso il proprio paese che non li ha capiti o voluti. Un voglia di rivalsa più volte espressa durante il film.
Per il resto il film è tristemente divertente, ben girato e ottimamente interpretato da Sordi e Cardinale.
Hai ragione! A pensarci bene, c’è una filmografia ricchissima sull’argomento! Grazie per lo spunto 😉
un altro film sull’emigrazione però interna è “Mimì metallurgico ferito nell’onore”…ma per l’epoca andare dal sud al nord più o meno era come andare all’estero 🙂
😀 è una migrazione che conta, eccome, vedi “Rocco e i suoi fratelli” di Visconti.
forse anche “la ragazza con la pistola” di Monicelli potrebbe essere preso in considerazione
Come no? E pure l’episodio di Pasquale Amitrano in “Bianco, rosso e Verdone”!
anche “detenuto in attesa di giudizio” cominciava con un emigrato che tornava in Italia.
Sì! E mi vengono in mente anche “La mortadella” di Monicelli, se vogliamo “Un tassinaro a New York” (il figlio di Sordi, nel film, si è trasferito negli Stati Uniti e il padre va a vivere con lui), “Emigrantes” di Fabrizi, “Il cammino della speranza” di Germi”… Ce ne sono davvero tanti 🙂