Recensione su Belli di papà

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Poteva anche essere NON banale / 11 Novembre 2015 in Belli di papà

Un ricco imprenditore è disperato perché i suoi tre figli sono degli incapaci fannulloni.
Trama semplice, sceneggiatura anche brillante. Lo svilupparsi della trama sembra quasi aver preso spunto da una sorta di Toto, Peppino e la Malafemmina a ruoli invertiti. Un uomo del sud fa fortuna al nord per poi riportare con un stratagemma i figli al sud, per imparare loro a vivere senza gli agi e le comodità a cui sono abituati.
Certo di primo acchito questo film può anche sembrare una versione moderna di Capitani Coraggiosi. Solo non è lo sbalzo da il ponte di una nave a trascinare nel mare l’inetto ereditiero, e non è il burbero capitano Troop a raccoglierlo; ma a sostituirli c’è questo padre che gioca entrambi i ruoli.
Certo potevano anche sprecare qualche minuto in più a rendere Abatantuono meno banale come personaggio. E lo stesso vale per i tre figli, stereotipati e incompleti, specie il terzo, che non fa altro che aggiungere volgarità e banalità al film.
E lo schema a tratti simile a Capitani coraggiosi che segue questo film, arriva in poco tempo a banali conclusioni simili alle più sconclusionate commedie americane. I tre figli cambiano completamente in soli tre giorni e si innamorano della Puglia.
Peccato, poteva anche essere non banale.

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