Recensione su Beetlejuice – Spiritello porcello

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Beetlejuice – Spiritello porcello
Regia:

6 Gennaio 2014

Il secondo lungometraggio di Tim Burton può apparire, nell’approccio, un filmetto di formazione, un esperimento avanguardista bizzarro e strampalato.
Si tratta, invece, di una pellicola molto interessante, che mostra tutto ciò che caratterizzerà il Burton maturo, dalle atmosfere gotiche allo humour macabro, dalla parodia dell’horror ad alcune volute estremizzazioni per non farsi prendere troppo sul serio.
Il regista rivela, nella scelta di alcune scenografie, le sue ispirazioni surrealiste, Dalì in primis. Coloratissimi paesaggi immaginari, tanto affascinanti quanto palesemente artefatti.
Michael Keaton, nella sua riuscita interpretazione di Betelgeuse / Beetle Juice, sembra uno squilibratissimo Joker ante litteram.
Assolutamente memorabili le due scene da musical, accompagnate da melodie calypso di Harry Belafonte: la cena al ritmo di Day-O / Banana boat song, e il finale con una giovanissima Winona Ryder che levita sulle note di Jump in the line / Shake senora. Da sole valgono la visione del film e almeno un punto in più nel giudizio complessivo.
Ultima annotazione per l’ennesima inutile storpiatura del titolo originale pur di fornire un equivalente in italiano. Certi titoli, intraducibili nella nostra lingua, semplicemente non andrebbero tradotti, evitando queste risibili forzature.

1 commento

  1. paolodelventosoest / 4 Ottobre 2019

    Rivisto ieri, vien proprio da chiedersi che ne è stato di quel Tim Burton lì. La scena del balletto su Day-O è ancora irresistibile.

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