Beata ignoranza

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Beata ignoranza

Ernesto e Filippo sono entrambi professori liceali: pur molto diversi caratterialmente, un tempo sono stati amici, ma un vecchio dissidio mai risolto ha rovinato il loro legame. Finora, si sono evitati, ma si ritrovano quando entrambi vengono chiamati a insegnare nella stessa classe. Lo scontro è inevitabile e si concentra su un elemento fondamentale: mentre Ernesto è un grande appassionato di tecnologia e assiduo frequentatore dei social network più popolari, Filippo è un vero conservatore, alieno al mondo del web e delle app.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Beata ignoranza
Attori principali: Marco Giallini, Alessandro Gassmann, Valeria Bilello, Carolina Crescentini, Teresa Romagnoli, Michela Andreozzi, Alessandro Di Carlo, Pietro De Silva, Roberta Fiorentini, Luciano Scarpa, Massimiliano Bruno, Luca Angeletti, Emanuela Fanelli, Giuseppe Ragone, Malvina Ruggiano, Susy Laude, Massimo De Lorenzo, Teodoro Giambanco, Maria Vittoria Argenti, Pina Bellano, Sara Beccarini, Gabriele Berti, Massimiliano Franciosa, Maurizio Lops, Urbano Lione, Daniele Locci, Sergio Zecca, Carlo Viani, Guglielmo Poggi, Micol Pavoncello, Maria Teresa Campus, Alessia Capua, Enzo Garinei, Mostra tutti

Regia: Massimiliano Bruno
Sceneggiatura/Autore: Herbert Simone Paragnani, Massimiliano Bruno, Gianni Corsi
Colonna sonora: Maurizio Filardo
Fotografia: Alessandro Pesci
Costumi: Alberto Moretti
Produttore: Fulvio Lucisano, Federica Lucisano
Produzione: Italia
Genere: Commedia
Durata: 102 minuti

Dove vedere in streaming Beata ignoranza

Carino! / 13 Febbraio 2020 in Beata ignoranza

Per essere una commediola italiana (scusate ma io non riesco a trovare mai un gioiellino fatto bene, quindi parto sempre prevenuto..) devo dire che l’argomento tiene bene la trama.
Prof tecnologico e social contro prof bigotto e antiquato si scontrano nelle loro vicende scolastiche – e non – con simpatia e ottimi spunti di riflessione.
Questo film, tra l’altro, ha quello sprint in più dato dal dilemma “social-no social” imposto a forza da questa società: davvero ci stiamo rendendo schiavi di tutte le comodità che l’uomo ha creato? Che ora sono talmente abusate da essere necessarie?
Mi è piaciuta molto una riflessione di un personaggio e del suo paragone del cuscino: chi ha inventato il cuscino ha inventato una gran cosa che ha rivoluzionato la nostra vita e il nostro sonno. Ma col cuscino avvengono anche molti delitti per soffocamento. Come dice lei: “quindi quest’uomo è colpevole di aver creato un’arma di distruzione di massa… o dipende sempre dall’uso che ne facciamo NOI?!”
Del resto è così: dipende da noi quanto ci lasciamo trasportare.
Ed il gruppo dei social-dipendenti che restano in silenzio nel bosco per 10minuti… è proprio quella società moderna che ormai è incapace di assaporare la realtà e quello che ci circonda.
Insomma, doveva essere una commedia, e lo è, ma più che ridere ci si ritrova a domandarsi in quale di quei personaggi ci ritroviamo di più.
Sufficiente. 6,5.

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Cose improbabili in contesti senza regole / 9 Settembre 2019 in Beata ignoranza

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Massimiliano Bruno mi sta simpatico (merito di Boris, credo) e ho visto alcuni dei suoi film da regista (in cui compare sempre con più o meno brevi cameo). Apprezzo la varietà tematica dei suoi lavori, sempre incentrati sull’attualità più stringente, e il fatto che riesca a coinvolgere con apparente facilità la créme degli attori italiani brillanti.
Al contrario, non sono mai soddisfatta dalla risoluzione delle sue messinscene, in cui l’ironia sublima la credibilità. Niente a che vedere con la commedia all’italiana “pura” a cui sembra volersi ispirare, per i motivi sopracitati.

Beata ignoranza ha gli stessi problemi che ho percepito fin dai primi film che ha diretto, come Nessuno mi può giudicare e Viva l’Italia, e in un paio delle sceneggiature che ha firmato (Maschi contro femmine, Notte prima degli esami oggi).
In sostanza, i personaggi di Bruno fanno cose improbabili in contesti senza regole. Non si tratta di normale sospensione della credulità richiesta dal mezzo cinematografico, ma di semplificazioni che, alla lunga, invece di indurre al sorriso, portano all’esasperazione.

La fortuna di un film con una storia in potenza fortissima ma negli esiti esile come Beata ignoranza sta nella sola scelta della coppia di attori protagonisti. Marco Giallini è un fantastico burbero quanto Alessandro Gassman è un corretto edonista.
Ma i pregi del film si fermano lì, in quanto, nel complesso, difettano perfino le caratterizzazioni. Le falle sono ampie e mal gestite. Per esempio, sono rimasta basita davanti alla rappresentazione dell’insensibilità di Ernesto (Giallini) al momento della scoperta della paternità di Nina (Teresa Romagnoli). L’uomo scopre l’infedeltà della moglie (Carolina Crescentini) e se la prende con la ragazzina di 15 anni, apostrofandola con cattiveria e abbandonandola. Non c’è una evoluzione precisa del suo personaggio: è sempre stato egoista? Aveva già tendenze misantrope? La sua è una reazione estemporanea? Non si sa.
Quale tipo di emozione si potrebbe sviluppare per un personaggio del genere? Dal canto mio, indifferenza. E con tale spirito, purtroppo, ho guardato il resto del film.

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Giallini o Gassman? / 11 Gennaio 2018 in Beata ignoranza

Giallini tutta la vita! E’ “personaggio” molto forte… a me piace un sacco. Gassman è il solito, bravo, assolutamente non ai livelli del padre ma bravo! Il film è simpatico, fa riflettere. Ottima la sceneggiatura e la fotografia. Ottimo lo svolgimento della storia. E’ un film fatto molto bene, che non può mancare tra le nostre visioni!

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