un interrogativo su tutti / 13 Febbraio 2013 in Re della terra selvaggia
E’ un esordio stranamente maturo. La regia è sapiente e gode di una solida sceneggiatura. Per molti versi simile al nostro “L’uomo fiammifero”, il film indaga nei pensieri di una bimba che vive con suo padre ed una esigua comunità in una terra semi-selvaggia, poco distante da un centro abitato alla maniera moderna. Il film crea suggestioni, e la regia “passa spesso in mano” alla piccola, straordinaria attrice che, bisognosa di creare immagini per elaborare i suoi pensieri, crea un mondo tra l’onirico e il reale, tra l’immaginato e l’immagine. il risultato è indubbiamente di alto livello, gli stimoli molti. Uno tra tanti, la riflessione sulle impalcature della società “civile”, dalle quali noi non prescindiamo più. E’ quindi sicuramente un film da vedere, ma a me personalmente risulta come l’ultimo contribuente al crearsi di una domanda : come è possibile che tutti questi grandi registi, pieni di talento, ricerca e sensibilità siano per la maggior parte americani, ovvero facenti parte di uno stato in cui vige la pena di morte e la libertà di possedere un arma? Il reale (sanguinose realtà) è così lontano da ciò che ci arriva dall’America sensibile vista al cinema?

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