Rilettura vampiresca di un romanzo fisiologico / 4 Febbraio 2015 in Bakjwi

Rivisitazione di genere vampiresco dei personaggi di Teresa Raquin, romanzo figlio della penna di Émile Zola.
Sebbene l’architettura del racconto non cambi, modificandosi solo in funzione degli eventi narrati nella pellicola, l’analisi interiore nonché l’insita psicologia dei protagonisti subisce una lenta ed inesorabile trasformazione, modellandosi sulla debole livrea dell’essere umano, sempre più fragile e piena di paure.
I vampiri con la loro sete di sangue, metafora di violenza, sesso e passione, non sono che alterazioni visibili di intenti lasciati ai margini di aspettative e aspirazioni, che l’abitudine ha trasformato in rimpianti. Non sono che cerei riflessi di istinti umani, che la ragione ha confinato in anfratti oscuri della coscienza, e che emergono subendone gli impatti emotivi.
In definitiva vi è poco della creatura demoniaca che incute terrore, e che si erge dalla condizione mortale dissipandone il velo d’umanità.
Park Chan-Wook come sempre non delude, pur cimentandosi in un genere trito e ritrito, con la stessa eleganza e raffinata estetica con cui ha descritto quello altrettanto ”banale” della vendetta, con un tocco letterario degno del suo genio.

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