4 Recensioni su

Baci e abbracci

/ 19996.134 voti

Semplice e vivace / 3 Marzo 2017 in Baci e abbracci

Una delle commedie più deliziose del primo Virzì, gran radunatore di scarsi mestieranti che insieme a qualche buon attore riescono sotto la sua regia a trovare il perfetto equilibrio di scena. La sceneggiatura, scritta insieme al geniale Francesco Bruni, fila come la pasta fatta in casa prendendo spunto dalla commedia degli equivoci per eccellenza, l’Ispettore Generale di Gogol. Sarà il mio guilty pleasure, non lo so, fatto sta che il cinema di Virzì mi conquista sempre con la sua semplicità e vivacità, goffo e simpatico come uno struzzo.

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Che bischerata… / 5 Settembre 2013 in Baci e abbracci

Sarà che adoro la parlata toscana ma questo film mi ha divertito assai.
Tra battutine e incomprensioni il film va che è una meraviglia e non annoia mai.
Il finale italiano con una bella mangiata natalizia finale è forse un po’ scontato ma il tutto risulta molto piacevole.
(degli struzzi) “Al massimo si può dire che sono stupidi, ecco…”
“Avvolte anche l’esseri umani son parecchio deficienti, sicchè…”
“Sono troppo ganzi…”
Commediola in leggerezza… 🙂
“Io lo lascio, te cchè dici…”
“E si è fatto 30, si ffa 31…” 🙂
Ad maiora!

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17 Giugno 2013 in Baci e abbracci

Ma che noia 🙁

22 Dicembre 2012 in Baci e abbracci

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La rassegna al Sottodiciotto su Virzì mi ha permesso di completare alcune lacune, con film che non sono capolavori ma che sono, come spesso, garbati e divertiti e coinvolgenti. Da un lato c’è una famiglia allargata che sta cercando di far partire un allevamento di struzzi, nobili animali che si mangiano i cellulari, dall’altro Paolantoni che fa il ristoratore fallito, negli affetti e negli affari, che si vuol togliere la vita. La famiglia crede di avere in casa un assessore regionale, da mungere per i finanziamenti, e invece per una serie di equivoci si prende Paolantoni, per il pranzo di Natale, e lo tratta come un re. Il filo della commedia degli equivoci infatti sostiene la trama sbandando raramente, il disvelamento degli errori di identità innesca tutta una serie di scoperchiamento degli altarini, con un ricongiungimento finale/famigliare molto italiano e buonista e tenero, con la neve e tutti questi bischeri personaggi che parlano un livornese ai limiti del non-comprensibile, ma che è dura non farsi stare simpatici.

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