Babylon A.D.

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Babylon A.D.

Il mercenario veterano di guerra Toorop accetta l'incarico di scortare una misteriosa giovane donna dalla Russia a NY City. Non sa però che la sua compagna di viaggio ha subito una terribile manipolazione genetica, diventando il vettore di un ospite che si nutre di lei, un organismo geneticamente modificato creato in laboratorio da una setta religiosa che vuole dare vche vuole dare vita ad una sorta di Messia, una creatura aliena che potrebbe sterminare l'intera razza umana...

Titolo Originale: Babylon A.D.
Attori principali: Vin Diesel, Michelle Yeoh, Mélanie Thierry, Lambert Wilson, Charlotte Rampling, Gérard Depardieu, Mark Strong, Jérôme Le Banner, David Belle, Joel Kirby, Radek Brůna, Jan Unger, Abraham Belaga, David Gasman, Gary Cowan, Lemmy Constantine, Pete Thias, Curtis Matthew, Solo, Mostra tutti

Regia: Mathieu Kassovitz
Sceneggiatura/Autore: Mathieu Kassovitz, Éric Besnard
Colonna sonora: Atli Örvarsson
Fotografia: Thierry Arbogast
Costumi: Chattoune, Sylvie Ong
Produttore: Alain Goldman, Benoît Jaubert
Produzione: Francia, Gran Bretagna
Genere: Azione, Thriller, Fantascienza
Durata: 101 minuti

Dove vedere in streaming Babylon A.D.

Una babele di intenti / 17 Gennaio 2022 in Babylon A.D.

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“Babylon A.D.” è un film del 2008 per la regia di Mathieu Kassovitz. Il mercenario veterano di guerra Toorop (l’erculeo Vin Diesel) accetta l’incarico di scortare una misteriosa giovane donna (Mélanie Thierry) dalla Russia negli Stati Uniti d’America (nel romanzo da cui è tratta la pellicola si dirige, invece, in Canada), ignaro del fatto che la sua compagna di viaggio ha subìto una terribile manipolazione del D.N.A. così da divenire il vettore di un ospite che si nutre di lei, un organismo geneticamente modificato. L’organismo è stato creato in laboratorio, usando l’R.N.A. di un virus. Gli artefici dell’intervento genetico sono gli psicolabili adepti di una setta che vuole generare una sorta di Messia, una creatura ibrida che potrebbe sterminare l’intera umanità.

Annota Mariana Cappi: “Dalle seicento pagine del thriller futuristico ‘Babylon babies’ di Maurice Dantec, Mathieu Kassovitz estrae i novanta minuti di ‘Babylon A.D’., pellicola a base di ipercinetismo delle immagini e sintesi narrativa degli ultimi punti fermi del genere, dalla pioggia acida di “Blade runner” allo spunto che già mosse ‘I figli degli uomini’ di Cuaròn. La compressione, però, è massima e la qualità ne risente.

Ottenuto con ‘Gothika’ ed il suo parterre di stelle (e strisce) il permesso di soggiorno presso i grandi studios ed il nulla osta per capitanare un film high budget come “Babylon A.D.”, il regista francese si è parallelamente aggiudicato una discreta dose di diffidenza da parte dello spettatore esigente, che lo ha visto dimenticare in fretta gli esordi promettenti a favore di pellicole di sicuro richiamo, ma di esito incerto.

Qui Kassovitz conferma l’attitudine spiccata per l’azione ed il possesso di un cronometro personalizzato, che non solo rispetta, ma crea tempi e scarti esatti. Dice la sua anche in termini di cast: Michelle Yeoh, Charlotte Rampling, Gérard Depardieu e Lambert Wilson sono le salde colonne al centro delle quali può azzardare l’inserimento di Vin Diesel, decisamente più efficace in lingua originale.

Attori speciali, effetti speciali, una storia che ruota attorno ad un essere speciale, geneticamente modificato per salvare o annientare quel che resta della nostra specie: grandi pretese e non poca confusione, per un’opera che non riscrive la storia e non entra in quella del cinema. Dopo un inizio folgorante, che ci ricorda l’abilità dell’autore nel descrivere con occhio antropologico i mondi ai margini, il film inciampa in ogni trappola della retorica e ben presto vende il cuore per un surplus di stucchi e pittura.

‘Babylon A.D.’ è il ‘Quinto elemento’ di un cineasta che si è avviato sulla terza via inaugurata da Luc Besson, possibile ma più che mai rischiosa. Con una differenza: là Milla Jovovich piangeva sincera sul mondo; qui sgorgano lacrime artificiali”.

Non potevano mancare in una produzione gallo-europea, ma contaminata dai deliri tecno-apocallitici hollywodiani, sequenze che inquadrano un aereo tossico con il suo imbarazzante codazzo di scie posticce.[1]

Questo infido inserimento, che è ormai la turpe norma nelle immagini ammannite dai ferali media, si incista nell’intreccio pullulante di situazioni quanto mai realistiche, nonostante (o mercé?) la loro inverosimiglianza. Ibridazioni, clonazioni, spaventevoli cross-over alla Mary Shelley sono mostri partoriti da menti di pazzoidi. La generazione di un Messia bionico, di un Uomo-transumano non pare appartenere alla fantasia perversa di qualche sceneggiatore o romanziere, ma è la farneticante idea (vicina ad essere concretizzata?) di larve, animate appena da una vita spettrale. Il cinema e la letteratura operano come possono: un po’ preparano il terreno, spianano la strada, creando lo Zeitgeist, un po’ arrancano, raccattando le briciole di criminali progetti molto più orridi delle scene ripugnanti che tracimano nelle sale. Il pubblico relega tutto nella fiction, vedendo nelle verità di celluloide soltanto bislacche invenzioni narrative.

Il pianto di “Babylon A.D.” è sintetico, ma le lacrime dell’età finale sono mescolate al sangue. Quello vero.

[1] Senza dubbio le sequenze digitalizzate sono state prodotte con l’aggiunta intenzionale delle scie. Prova ne è il fatto che le supposte “contrails” sono direttamente attaccate ai motori e ciò, nella realtà fisica, non è possibile, in quanto si dovrebbero formare alcuni metri dietro. Errore banale, ma fatale: sono posticce.

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2 Maggio 2013 in Babylon A.D.

Mah. Ci sono film con trame simili fatti molto meglio

24 Maggio 2011 in Babylon A.D.

Mi aspettavo di più da questo film anche se non è pienamente insufficiente (5.5 direi). Trama simile a Transporter con il mercenario che inizia a farsi qualche scrupolo e scopre di avere una coscienza. Quello che cambia è l’ambientazione, quasi post-apocalittica, e il fatto che la donna da proteggere è una “Vergine Maria” artificiale. Purtroppo sono pochi i momenti di azione e si dilunga un pò nel “pasticcio” simil religioso. Vin Diesel in tono un pò dimesso è però ben spalleggiato dalle due donne: Michelle Yeoh (la religiosa, anche se è più una setta che la dottrina cattolica) e la splendida Melanie Thierry (la protetta).
E anche il finale non mi è troppo piaciuto (alcune cose lasciate in sospeso).

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