Recensione su Babycall

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Il freddo dentro / 23 Gennaio 2022 in Babycall

Atmosfere gelide, tipicamente nordiche, dialoghi secchi per una storia incentrata sull’incomunicabilità e l’ossessione. Il ritmo è piuttosto lento, perché il regista antepone una dolorosa analisi al racconto. Ancora una volta l’infanzia si rivela come varco verso l’incubo – il nome del bambino, Anders, è evocativo quanto il ricorrente “Adam”. Siamo monadi imprigionate in squallidi caseggiati.

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