Recensione su Avengers: Infinity War

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I cinecomic senza comic / 12 Agosto 2018 in Avengers: Infinity War

I cinecomic, oggi, di comic, non hanno quasi più nulla, se non l’intenzione ( ormai naufragata ) di adattarne cinematograficamente gli aspetti, conservando dell’originale matrice fumettistica solo i nomi; e il nuovo Avengers di casa Marvel ( e Disney ) ne è un fulgido esempio.
Pertanto, personaggi come Spiderman, che all’attivo conta più numeri e storia di tutti gli Avengers messi insieme ( tanto da essere celebrato come portabandiera della Marvel ), o Hulk, vera espressione di potenza e rabbia primitiva, invece di risaltare per le proprie peculiarità, vengono relegati al ruolo di macchiette pleonastiche, andando così a creare un forte contrasto tra pellicola e fumetto.
I fratelli Russo si immergono totalmente nel loro universo cinematografico, confezionando si, un film dal forte impatto visivo, che non annoia, e che intrattiene nella sua durata, ma che risulta a tratti incoerente ( supereroi con poteri ordinari che fronteggiano situazioni impossibili, mentre altri con abilità sovrumane sconfitti banalmente ) e insensato.
Il lato umoristico, marchio di fabbrica dei Marvel Studios, come sempre è presente nella sua leggerezza e vivacità, ma non riesce ad emergere perché alternato con troppa foga ai toni gravi e solenni della pellicola, non sfumando così gradualmente.
Ma il vero difetto della pellicola, oltre a far primeggiare personaggi che nei comic book quasi non esistono ( e che non hanno neanche delle proprie testate ) solo perché interpretati da attori celebri, è l’alto numero di espedienti camuffati da plot twist, che puntano solamente ad aumentare l’hype per il prossimo capitolo, invece di prefigurarsi come veri e propri colpi di scena.

5 commenti

  1. Federico66 / 13 Agosto 2018

    Non sono un esperto fanatico dei fumetti Marvel, ma guardo volentieri i film, e mi viene da sorridere, perché mentre guardavo questo pensavo le stesse cose :-)! L’uomo ragno con una tuta meccanica, Hulk relegato ad esser un pilota, il Capitano in nero e senza il suo scudo! Ripeto, non sono un amante del genere, ma forse proprio per questo non ho apprezzato queste scelte.

  2. inchiostro nero / 13 Agosto 2018

    @federico66: molto probabilmente ai fratelli Russo non vanno molto a genio né Spiderman ( azzeccatissima la definizione di @alicia nella sua analisi: sembra il Robin di Iron Man ), né ( soprattutto ) Hulk, sui cui è meglio stendere un velo pietoso.

  3. Sgannix / 20 Agosto 2018

    Io però su Hulk non sono d’accordo. Fermo restando che secondo me è il personaggio che ha avuto una delle evoluzioni più interessanti, pur non avendo avuto nessun film solista dal cambio di attore, trovo anche molto interessante a livello narrativo l’idea di un Hulk impotente-impaurito. In tutti gli altri film si poneva come forza inarrestabile e sorta di “arma segreta”, qui il personaggio cambia totalmente rotta, tanto da eclissarsi (anche se poi c’è da aspettarsi un comeback nel prossimo).
    Il rapporto Banner-Hulk si complica ad ogni pellicola ed è forse una delle cose più interessanti, e in Avengers 4 probabilmente si andrà incontro ad una riconciliazione.
    Lo stesso vale per Captain America, che è passato da eroe americano senza macchia a fuggitivo, sempre per mano dei Russo, che sembrano giocare molto con la decostruzione delle icone. Decostruzione che secondo me è obbligatoria nel contesto del serial, altrimenti i personaggi rischierebbero di annoiare alla lunga.

  4. Alicia / 20 Agosto 2018

    In realtà @sgannix Hulk lo hanno dovuto gestire in questa maniera per un problema di diritti. Non lo possono usare quando dicono loro. Oltretutto se avessero utilizzato Hulk al massimo del suo potere, non ci sarebbe stato nessun film perchè avrebbe sconfitto Thanos a inizio film.
    E’ questa la mia critica, che razza di film è uno che non ha la libertà alla base della sceneggiatura?

  5. inchiostro nero / 21 Agosto 2018

    @sgannix: su un piano puramente ”cinematografico”, mi troveresti anche d’accordo, ma qui non si parla solo di cinema. Non si può recidere quel filo già sottile che unisce il fumetto ( in generale ) al suo adattamento, e chiamarle ”licenze”. Il personaggio di Hulk, qui rappresentato, è un supereroe completamente demitizzato, annichilito in funzione di una trama e di un intreccio che vede prevaricare caratteristi ben più deboli o irrilevanti, solo perché interpretati da volti noti. Se poi vogliamo considerare totalmente scollegati i due contesti, allora è un altro paio di maniche.

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