3 Recensioni su

Outrage

/ 20106.650 voti

A survival game / 28 Agosto 2014 in Outrage

Pellicola del 2010 con cui Kitano sancisce ufficialmente il suo ritorno al genere dello yakuza-movie, dopo la breve parentesi dedicata alla trilogia del suicidio artistico.
Inscenando una vera e propria lotta per il potere, dove chiunque muore per far posto al proprio carnefice, il regista monta un teatrino in cui muove un gran numero di personaggi che alternano continuamente il proprio ruolo, apparendo a volte burattini e a volte burattinai.
E’ un film che a parer mio non spicca particolarmente per stile o per originalità. Kitano regala senz’altro un buon film di genere, scorrevole grazie all’impostazione della storia (la curiosità su chi la spunterà alla fine mantiene stabile l’attenzione) ma non va oltre le grandi esplosioni di violenza (caratteristica che ha spesso accompagnato il suo cinema, e che qui abbonda visibilmente).

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Tatuaggi, sangue e tradimenti / 10 Giugno 2013 in Outrage

Outrage, film di Takeshi “Beat” Kitano del 2010, segna per il “Fellini” giapponese un ritorno alle origini : era difatti dal 2000, anno in cui uscì “Brother”, che Kitano non dirigeva un gangster-movie. E c’è da dire che con “Outrage” il nostro eroe si fa perdonare in pieno quest’assenza ingiustificata… LA RECENSIONE CONTINUA NEL LINK SOTTOSTANTE:

http://www.sanguesulmuro.com/2012/02/outrage-di-takeshi-kitano-tatuaggi.html

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23 Febbraio 2012 in Outrage

Quanti giapponesi ci sono in questo film. E quanto pochi ne rimangono alla fine. Clan, famiglie, sotto-famiglie e scagnozzi, tutti infilati in abiti da quattro soldi (non so perchè ma i gessati giapponesi in stile Oviesse mi sembrano vecchi e fuori moda), imbottiti di pistole e bramosi di fare a cazzotti prima che di parlare.
I samurai sono superati. La Yakuza è la versione con gli occhi a mandorla delle famiglie mafiose de “Il Padrino”. Beat Takeshi organizza e dirige una carneficina che solo alla fine, quando i protagonisti sono ridotti all’osso svela il suo intreccio.
Ma il film non è male. E’ un film giapponese, fin nei dettagli (il mignolo che salta è un must!), in tutti i suoi protagonisti e nella loro violenza. E’ un gangster-movie giapponese e, sebbene non sia all’altezza di un precedente lavoro di Kitano (“Brother”) non penso che deluderà gli appassionati del genere.

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