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Ascensore per il patibolo

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5 Aprile 2013 in Ascensore per il patibolo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Fare o muoversi piano; suonare il piano; avere un piano apparentemente perfetto; essere bloccati in un ascensore al tredicesimo piano. Louis malle in questa pellicola partorita nel 1957, fa perno sugli ultimi due.

E’, in my honest opinion, un discreto Noir.
Ultimamente mi sto appassionando del Cinema Francese ma questo film non mi ha colpito come doveva. Ha lasciato il segno, innegabilmente piacevole con una tensione, una recitazione e una colonna sonora fantastica però pensavo meglio.
Un piano apparentemente perfetto dicevo, i protagonisti della vicenda sono un uomo, una donna e un terzo incomodo.Si da il caso che il terzo incomodo sia il marito della donna, un ricco produttore di armi nonché amico del ministo degli esteri, del capo della Polizia e di tutti i pezzi grossi della Gallia.
La donna invece è la moglie Floriene, bella e pericolosa. Perdutamente innamorata di Julien, ex-soldato che ora lavora per il marito, progetta assieme a questi il famoso piano.
Il piano li porterà a sbarazzarsi del ricco affarista che dedica ormai poche attenzioni a Floriene.
Julien agisce in modo meccanico, prende i guanti in pelle, ruba la pistola del suo principale e con un rampino si arrampica fino al piano dove risiede l’ufficio dello stesso. Qui giunto fa passare l’omicidio per un suicidio. Il piano va in porto, purtroppo per uno scherzo del destino e per sbadataggine Julien dimentica il rampino. Andando a riprenderlo mentre si stanno chiudendo gli uffici, sceglie di prendere l’ascensore, il guardiano stacca la corrente e rimane intrappolato in un piano della palazzina. Ora, avrei apprezzato pienamente la pellicola se questa avesse giocato sulla storia d’amore fra i due protagonisti e soprattutto in modo maggiore sulla claustrofobica esperienza in ascensore e del ruolo dell’omicidio/ricerche del colpevole invece di spaziare con l’avventura/scappatella di una giovane fioraia e un piccolo ribelle, per i gusti del sottoscritto si intende. Infatti badabing badabang mentre Julien rimane intrappolato in ascensore, cercando in tutti i modi di evadere da questo, la fioraia e una specie di teppistello rubano la sua automobile.
Inizia così una gita fuori porta dei due che li porta all’omicidio di un tedesco e ai tentati suicidi.
Tentati, non avvengono. Julien “liberato” dall’ascensore e condotto in galera per accertamenti verrà dichiarato colpevole dell’omicidio del Teutonico poiché il teppistello nella macchina ha trovato la sua pistola.

Non è questa la fine…

Dieci anni, vent’anni, un’altra età, altri giorni. Come dormire e risvegliarsi morta. Dieci anni, vent’anni, senza pietà perchè io non ebbi pietà. Lo so che ti amavo, ti amavo e non pensavo che a te. Adesso diventerò vecchia, ma saremo ancora insieme, là, chissà dove, insieme… Lo vedi che non ci potranno separare? Lo senti, Julien?”.ci potranno separare? Lo senti, Julien?”.

DonMax

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3 Aprile 2013 in Ascensore per il patibolo

La Moreau rimugina in maniera esistenzialista per tutto il film, mentre una coppia di scappati di casa (in senso quasi letterale) combina guai quasi tragicomici usando il nome dell’amante di lei che, chiuso in un ascensore, precorre Bruce Willis.
Parrebbe una commedia al limite del demenziale, detta così. Invece, si tratta di un fascinoso giallo, fumoso ed umidiccio, prevedibile, ma teso, con inusuali parentesi riflessive.
Le note della tromba e della band di Miles Davis aggiungono alla pellicola di Malle un tocco di arruffata eleganza che cade a pennello.

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Datato ma carino / 4 Luglio 2012 in Ascensore per il patibolo

Giallo francese degli anni ’50 e quindi decisamente datato anche se non male come trama. Certe e molte imperfezioni ce ne sono ma il cinema stava crescendo.

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