9 Ottobre 2013
Arrivare al punto di guardarsi allo specchio e non riconoscere più chi sei…
Così Wallace Avery raggiunge la consapevolezza di volersi suicidare e rinascere in una nuova vita, non la sua ma di un certo Arthur Newman, giocatore di golf professionista. Nel tentativo di fuga incontra Michaela con problemi anche lei familiari e di stabilità sia emotiva che sociale. I due affronteranno i loro problemi e forse li risolveranno.
Ma come mai Wallace Avery arriva a fare questo gesto?
Separato da una moglie non fredda, gelida e con un figlio che non conosce a causa del suo modo di essere. Ma anche se il suo carattere può sembrare distaccato, con l’arrivo di Michaela il suo modo di vivere cambia radicalmente. Allora la domanda sorge spontanea: se è bastata Michaela a farlo cambiare forse non è impazzito in precedenza ma chi gli stava vicino lo hanno distrutto ,magari senza volerlo.
Spesso chi ti è accanto ti condiziona la vita e ti porta a scelte non tue, non volute senza chiederti nulla. Sei solo un pupazzo da gestire.
Si accusa il gesto di Wallace ma la causa scatenante no.
Fare autocritica e chiedersi forse se qualche cosa poteva essere fatta non lo si fa mai.
Condividere scelte, parlare, aiutarsi, capirsi, questo è essere coppia altrimenti si è solo semplici idividui.
Ed è bene che questi stiano soli allora.
Tenersi alla lontana da queste persone. Il silenzio è dei colpevoli….
La compagna/moglie (in questo caso ex…) sa solo distruggere. Ma il figlio, anche se con il dolore dentro, vuole ritrovare quello che è suo padre perchè nell'”odio” lui desidera averlo vicino, più della madre (pensa te…).
Giudicare è facile, soprattutto quando si vuole vedere e si racconta solo un pezzo della verità.
“Sai qual’è la cosa più triste. E’ che una volta era un uomo molto in gamba…” 🙁
“Ti amo, Ilda… Come le stelle amano il cielo nella notte…” ;*
Film piacevole anche se, come ho già detto, superficiale su diversi punti.
Ma loro due sono molto bravi…
Promosso.
Ad maiora!
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