Recensione su Apollo 10 e mezzo

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L’Amarcord di Richard Linklater / 12 Aprile 2022 in Apollo 10 e mezzo

16 anni dopo A Scanner Darkly, Linklater torna al lungometraggio di animazione (affidandosi ancora alla tecnica del rotoscopio), per raccontare una nuova storia di formazione che attinge alla sua biografia e a tanti ricordi condivisi con la sua generazione di coetanei statunitensi.
Linklater è stato ragazzino e adolescente tra la fine degli anni Sessanta e Settanta e, in questo film, racconta l’estate del 1969, sciorinando un lungo elenco di giochi, show televisivi, passatempi, alimenti, canzoni e avvenimenti storici (con lo sbarco sulla Luna, su tutti) che hanno connotato il periodo.

Il film è decisamente geolocalizzato, cioè è chiaramente una raccolta di memorabilia statunitensi, il che potrebbe essere un deficit del film, ma, in fondo, non è così. Grazie alla nascita della cosiddetta cultura di massa e alla globalizzazione, infatti, tutto ciò di cui parla Linklater risulta estremamente familiare anche alle nostre latitudini. Fa sorridere il fatto che (tutto il mondo è paese) ricorra spesso la constatazione: “da bambini, siamo sopravvissuti a certe cose che oggi…”.

Perciò, Apollo 10 e mezzo si lascia guardare serenamente, il film scorre che è un piacere e, mentre si fa apprezzare anche per le scelte tecniche e artistiche (vedi, la colonna sonora), rinfocola inevitabilmente una certa nostalgia per le interminabili estati dell’infanzia (un po’ come è riuscito a fare recentemente anche Luca della Disney e Pixar).

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