Recensione su Antichrist

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non è da buttare via. / 29 Giugno 2013 in Antichrist

La paura della natura.
La paura della donna.

…dedicated to Andrei Tarkovsky.

Una pellicola fra dolore, pene, amore, morte, desiderio, incubi, persecuzioni fatta da un regista pieno di fobie. Fobie e sofferenza, messe insieme, daranno Antichrist.

Due attori, due personaggi e mezzo, uno scenario ed un contesto da brivido, un gioco di luci ed ombre, una storia angosciante e tremenda. Valuto il film in modo positivo. Il dramma della coppia, la perdita del figlio, la sanità mentale della protagonista da recuperare sono gli elementi che mi hanno colpito in bene. Purtroppo però, anche qui, si abbonda di scene evitabili. Alcune vanno al di sopra del grottesco, decisamente evitabili, vengono addirittura ripetute. Questo mi ha deluso. La prima mezz’ora sono stato incollato allo schermo, non lo nego. Tutto parte da una scena al rallentatore, due coniugi che fanno sesso, sono scene ricche di inquadrature al dettaglio e primi piani.
La telecamera si sposta ed inquadra un bambino.
Egli da solo riesce ad aprire un cancelletto, prendere una sedia e a gettarsi dal terzo piano. L’impatto a terra è il momento culminante nell’orgasmo fra i due.
Dolore e piacere, eros e thanatos. Dal b/n si passa ai colori. Colori usati per un momento triste ovvero per il funerale.
La madre per la perdita cade in depressione, ha una brutta cera, sembra invecchiata di 30 anni. Il marito psicoterapeuta cerca quindi di riportarla alla normalità, passatemi il termine, cercando di curarla egli stesso. Ella ha mille paure, una delle tante è tornare in un luogo immerso nella natura dove l’anno prima passò un periodo della sua vita assieme al figlio. Fin qui nulla da criticare ma il continuo riproporre di scene sconvolgenti o che dovrebbero essere così considerate, mi ha portato a storcere un pochino il naso verso quello che poteva essere più di una pellicola che mi è piaciuta e nulla più. Si passa dallo psicologico al grottesco e sadismo con facilità. Animali nati morti o che muoiono dopo poco esser nati (rimando al bambino), una volpe che urla: “Chaos reigns” come se nel suo strazio uscisse il Mortalcombattiano “Fatality” ha fatto abbassare il mio giudizio finale. Durante la cura poi, per ogni passo in avanti realizzato dalla moglie/madre ne abbiamo uno all’indietro del marito/padre. Oltretutto con il progredire della pellicola si scoprirà quanto la madre sia coinvolta nella morte del bambino e come veda il ruolo della donna…

DonMax

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