Recensione su Antichrist

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17 Ottobre 2011

Questa a settimana ho fatto una full-immersion notturna di Von Trier che ho concluso un paio di notti fa con “Antichrist” la sua ultima fatica dedicata – non si sa perchè – a Tarkovskij.
Detto questo, se la precedente opera cinematografica di Von Trier mi aveva convinto (“Le onde del destino”) ed emozionato, nel bene (“Dancer in the dark”) e nel male (“Dogville”), questo “Antichrist” fa davvero schifo. Non solo perchè si propone di essere una inutile e grottesca escursione nell’horror, ma perchè non ha proprio stile, nè classe, nè eleganza.
Sceneggiatura banale, confezionata con quelle quattro nozioni di psicologia che sanno anche i muri e che ormai non impressionano nessuno. Questa già è una grossa pecca.
In più la componente ossessiva che punta sul sesso, sconfinando nell’orrido è fine a se stessa, priva di una logica catarsi e abbellita di un virtuosismo inutile ostentato solo per voler impressionare.
Un conto è essere politically uncorrect, un altro è esserlo perchè si ha qualcosa da dire. Qui da dire non c’è nulla.
La natura percepita come l’anticristo è un concetto che fa sorridere anche Darwin e la misoginia che tutti dicono essere una costante di Von Trier, qui a differenza degli altri film si percepisce perchè in essenza di altro emerge solo la brutalità delle scene finali (coiti di sangue, infibulazioni fatte in casa..).
Insomma, un’operazione inutile, sostenuta solo dalle solide interpretazioni di due grandi interpreti (Charlotte Gainsbourg e Willem Dafoe).
Unica scena interessante è il prologo in bianco e nero, musicato da Hendel. Il resto si può buttare.
Speriamo che “Melancholia” sia meglio…

1 commento

  1. mandelbrot / 1 Giugno 2012

    La dedica a Tarkovskij la attribuisco al fatto che Von Trier tragga senza dubbio ispirazione dalla poetica del regista russo. Si potrebbero instaurare dei paralleli sotto vari piani. Peccato però che quando vede i suoi film sia piuttosto distratto!

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