Antebellum

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Antebellum

Eden è una schiava nera in un campo di cotone del Sud. La sua vita è fatta di violenza e soprusi perpetrati dai padroni bianchi, ma sembra anche collegata a quella di Veronica, una scrittrice di successo e attivista per i diritti civili.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Antebellum
Attori principali: Janelle Monáe, Eric Lange, Jena Malone, Jack Huston, Kiersey Clemons, Gabourey Sidibe, Marque Richardson, Robert Aramayo, Lily Cowles, Tongayi Chirisa, Grace Junot, T.C. Matherne, Devyn A. Tyler, Caroline Cole, Choppy Guillotte, Betsy Borrego, Dayna Schaaf, Christine V. Hernandez, Kimani Bradley, Bernard Hocke, Todd Voltz, Victoria Blade, Lyle Brocato, Eric Stratemeier, Bill Martin Williams, Trula M. Marcus, Arabella Landrum, Christine VonRobarie, Gregory Hobson, Chad Governale, Michael Dominey, Hick Cheramie, William Buster Benefield, Achok Majak, Mostra tutti

Regia: Gerard BushChristopher Renz
Sceneggiatura/Autore: Gerard Bush, Christopher Renz
Colonna sonora: Roman GianArthur Irvin, Nate "Rocket" Wonder
Fotografia: Pedro Luque
Costumi: Yana Syrkin, Donna O'Neal
Produttore: Sean McKittrick, Christopher Renz, Raymond Mansfield, Lezlie Wills, Gerard Bush, Alex G. Scott, Zev Foreman, Edward H. Hamm Jr.
Produzione: Usa
Genere: Horror
Durata: 105 minuti

Dove vedere in streaming Antebellum

Qualcosa non ha funzionato in questo film… / 10 Agosto 2021 in Antebellum

La giovane Eden è una schiava in una piantagione di cotone confiscata dall’esercito confederato. Sopravvivere in quel luogo è difficilissimi visto le regole assurde e violente a cui gli schiavi sono costretti a seguire. L’unica possibilità è fuggire, il problema è quando.
Ma accadono delle cose strane e da li esce un nuovo film.
Molto particolare e geniale come trama ma qualcosa manca. Il film, seppur, interessante, non riesce nel coinvolgere pienamente lo spettatore. Forse perché lento, non saprei dire.
Nel complesso una buona pellicola.
Ad maiora!
#filmaximo

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Un progetto ambizioso / 5 Gennaio 2021 in Antebellum

Antebellum è per certi versi l’opposto di The Hunt, il film di Craig Zobel in cui un gruppo di progressisti bracca degli elettori repubblicani; qui, invece, sono delle persone del Sud più profondo a dare la caccia a una progressista. The Hunt è una satira di livello non eccelso, mentre Antebellum si prende sul serio ed è chiaramente un progetto abbastanza ambizioso. In The Hunt i personaggi sono quasi tutti ugualmente deplorevoli; Antebellum distingue nettamente tra i sadici persecutori e le loro vittime incolpevoli se non virtuose. Ed è anche per questo che da Antebellum non impariamo nulla, mentre The Hunt ci consegna alla fine una morale modesta ma non del tutto scontata.
Per il resto, bisogna dire che Antebellum fa del suo meglio per darsi la classica zappa sui piedi. I personaggi, oltre a essere privi di sfumature, sono quasi tutti assai poco simpatici, “buoni” compresi; in particolare non sono riuscito a comprendere l’accanimento degli autori nel rendere odioso il personaggio di Dawn, una delle amiche di Veronica. La stessa Veronica sembra col suo gergo postmodernista la caricatura di un’intellettuale progressista – anche se nessun intellettuale, spero, attribuirebbe come fa lei la frase “L’unica cosa che abbiamo da perdere sono le nostre catene” a una certa Assata Shakur – che l’avrà detto sicuramente, non ne dubito, ma era stata preceduta da qualcuno un po’ più importante.
Il film contiene poi quelle che avrebbero dovuto essere due sorprese importanti. Se la prima viene presentata in modo efficace – almeno per lo spettatore che non sappia nulla del film e non abbbia visto neppure un trailer – la seconda sorpresa, che arriva a negare l’aspettativa che almeno una parte del pubblico si sarà formata dopo il primo colpo di scena, viene invece assurdamente spezzettata, cosicché la rivelazione finale ne risulta gravemente depotenziata; “Ah, ecco”, dice lo spettatore tra sé, per nulla stupito. Eppure nulla nella trama imporrebbe una soluzione narrativa tanto maldestra.
Concludo con una nota positiva: la fuga di Veronica è davvero emozionante. Ma questo, ahimè, è tutto.

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Stupito e affascinato! / 27 Dicembre 2020 in Antebellum

Ho trovato questa pellicola davvero originale, e fino a mezzora dalla fine, non avevo ancora centrato le cose, perché ero convinto che Veronica e Eden fossero legate da una sorta di karma, senza riuscire ad immaginare un epilogo.
Sconvolgente come “Get Out” ed efficace come “12 Anni Schiavo”, mantiene una suspence piacevolmente irregolare, tant’è la vita di Veronica sembrava tanto benestante a confronto con quella di Eden, tanto che il colpo di scena che mi ha fatto drizzare le orecchie è stata quella “telefonata alle 3 di notte” che ha messo in moto tutto e ha chiarito ogni cosa.
Interessante, bella prova!
7,5.

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Parabolico / 15 Dicembre 2020 in Antebellum

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Antebellum è un horror sociopolitico strettamente imparentato con quelli di Jordan Peele (Get Out, Noi) per toni, temi e produttori (Raymond Mansfield e Sean McKittrick).
I registi esordienti Gerard Bush e Christopher Renz hanno deciso di raccontare una piccola parabola sugli USA contemporanei, sfruttando i temi e le suggestioni del cinema horror (con tanto di bambina pallidisssima che sollecita il silenzio con un dito sulla bocca).
Pare che, negli Stati Uniti, il film non abbia entusiasmato critica e pubblico. Invece, nonostante i suoi “localismi” e certa di non aver colto determinate sfumature legate alla sua georeferenzialità, a me non è dispiaciuto.

Nonostante i suoi cliché, infatti, Antebellum è una storia inquietante che, per certi versi, mi ha ricordato il soggetto della serie tv Westworld, con “fantocci” sfruttati in ogni modo possibile e presunte divinità (guarda caso, sempre in un contesto storicamente situato nei dintorni della Guerra Civile americana).
Nel complesso, nonostante qualche difetto narrativo (i villain sono un po’ troppo caricaturali), mi è sembrato un film efficace, compiaciuto in certe soluzioni tecniche (vedi, i virtuosismi nella sequenza d’apertura), ma, nel complesso, asciutto e centrato.

P.s.: non ho capito come mai non si veda il volto di alcuni personaggi (la cameriera al piano con polpacci da terzino, il gentilissimo cameriere del ristorante, il tipo che offre il cocktail all’amica di Veronica), ma immagino che la scelta abbia qualche valenza metaforica che mi sfugge.

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