Recensione su Il volto

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Prisma magico / 17 Maggio 2016 in Il volto

Una storia intrigante sospesa tra commedia degli inganni e dramma esoterico, un gioiellino opaco e scuro che sta nel suo cantuccio particolare sotto i capolavori di Bergman.
In un paese scandinavo, un mago e la sua originale compagnia giungono in una città dove sono accolti con estrema diffidenza dalle autorità razionaliste, per preparare la sera stessa uno spettacolo privato nella dimora del console. Per scrollare l’inossidabile scetticismo del dottor Vergerus, il quale ha scommesso con gli altri che svelerà ogni trucco, il mago architetta per lui una notte da incubo, dove il confine tra inganno e magia si farà fumoso.
Quello che mi piace di Bergman è la sua fantasia visionaria e articolata; lui firma sempre soggetto e sceneggiatura, dimostrando una perfezione di sintesi e armonia con il narrato attraverso tutti i reparti artistici. Puoi guardare un film di Bergman in qualsiasi maniera, qui ci si può soffermare sulla sua sottile analisi antropologica, sull’annoso dibattito magia-realismo, sulla leggerezza degli intrecci amorosi notturni in un castello, sullo spessore dei personaggi (qui è particolarmente riuscito il personaggio della strega nonna Vogler, interpretata dall’eclettica artista Naima Wifstrand), e perchè no sull’estetica fotografica impeccabile del grande Gunnar Fischer. Da qualsiasi lato scegli di guardarlo, questo prisma magico del cinema di Bergman non smette mai di stupire.

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