Anon

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Anon

In un mondo in cui non esistono né privacy, né anonimato, un detective scopre che esiste una donna che non è in alcun modo riconoscibile. Proprio dopo averla incontrata per la prima volta, l'uomo viene coinvolto nella caccia a un serial killer anonimo capace di modificare i file della memoria delle sue vittime.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Anon
Attori principali: Clive Owen, Amanda Seyfried, Colm Feore, Mark O'Brien, Sonya Walger, Joe Pingue, Iddo Goldberg, Afiya Bennett, Morgan Allen, Jeffrey Men, James Tam, Jonathan Potts, Rachel Roberts, Toyin Ishola, Sebastian Pigott, David Storch, Billy Parrott, Amadou Kebe, Stephanie Christian, Natalie Chaves, Jean-Michel Le Gal, Daniel Stolfi, Sara Mitich, Conrad Coates, Mayko Nguyen, Jaiden Cannatelli, Tara Koehler, Ethan Tavares, Doug Murray, Jordan Claire Robbins, Sierra Wooldridge, Marco Grazzini, Rosalba Martinni, Cici Ali, Attela Eunique Brooks, Devon Owen, Amanda Strachan, Alyson Bath, Sherry Hsu, Eric Woolfe, Charlie Ebbs, Damon Runyan, Joe Vercillo, Zion Forrest Lee, Tim Machin, Neil Girvan, Justin Gabriel, Rufus Crawford, Mark Lutz, Mostra tutti

Regia: Andrew Niccol
Sceneggiatura/Autore: Andrew Niccol
Colonna sonora: Christophe Beck
Fotografia: Amir Mokri
Costumi: Christopher Hargadon, Richard Krough
Produttore: Daniel Baur, Patrick Newall, Andrew Niccol, Oliver Simon, Daniel Bekerman, Howard Kaplan, Oda Schaefer
Produzione: Germania
Genere: Thriller, Fantascienza
Durata: 100 minuti

Dove vedere in streaming Anon

Elegante Niccol / 10 Ottobre 2019 in Anon

Ho scoperto questo film grazie a una recensione qui su NientePopcorn.it: benché disponibile da qualche tempo sul catalogo Netflix Italia, non l’avevo mai notato.
Anon si è rivelato una piacevole sorpresa, un buon film sci-fi che unisce un tema classico come quello del controllo sull’individuo a temi di pressante attualità come la violazione della privacy e la sovraesposizione social.

Con questo film, il mai banale Andrew Niccol si conferma un valido sceneggiatore e regista, che, qui in particolare, (anche se pure Gattaca non scherzava, in quanto a estetica), dimostra di avere un occhio speciale per la modellazione cinematografica dei contesti urbani. Sfruttando location esistenti a New York e Toronto (come alcuni edifici della University of Toronto Scarborough), applica l’estetica del Brutalismo architettonico ai concetti di anonimato, alienazione generale e fredda impersonalità a cui porta l’assenza totale di privacy, che, invece, sottende e regola la vita della misteriosa protagonista (una Amanda Seyfried, attrice-feticcio di Niccol, dopo In Time, estremamente mang-osa).

Complici la raffinatissima fotografia e la cura per l’illuminazione artificiale, il film di Niccol è un elegante digressione sulla deriva sociale di cui siamo silenti partecipi, tra cookies, furti di dati, assistenti vocali e webcam che ci sottraggono continuamente dati sensibili.
Bella anche la essenziale grafica inventata per il software in grado di fornire dati istantanei su persone e cose: con le debite differenze, mi ha ricordato un po’ quella usata nel video della canzone Love At First Sight (2001) di Kylie Minogue.

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ANONIMA / 8 Ottobre 2019 in Anon

C’è da vergognarsi che una perla simile sia passata quasi inosservata non solo agli occhi del pubblico ma anche della critica colta. C’è da vergognarsi non solo che un artista del calibro di Niccol sia stato declassato alla visione su Netflix senza passare al cinema, venendo relegato al ruolo di film tv, ma anche del fatto che così facendo sia passato inosservato questo ANON.
Questo film non è un film tv. E’ un film di fantascienza geniale. Geniale perché ci ripropone qualcosa che conosciamo bene e che è entrato anche nel nostro immaginario attraverso Black Mirror e affini con un linguaggio totalmente nuovo e sperimentale. Black Mirror è solo un episodio, non raggiunge certo lo spessore di questo film.
Innanzitutto perché abbiamo due attori di prima categoria ad interpretarli, in secondo luogo perché abbiamo a scriverlo uno sceneggiatore che sa lavorare nei dettagli come nessun altro.
Andrew Niccol è tornato a scrivere qualcosa di complesso e all’avanguardia come il suo capolavoro, The Truman Show, utilizzando una materia plastica e sfuggente, ma con uno sguardo diverso, più maturo e disincantato se possibile.
Sceglie di asciugare lo spazio, talmente asettico e claustrofobico da far sembrare la città rinchiusa in una palla con la neve. Gioca con i clichè come suo solito senza lasciarsi prendere la mano, senza retorica spicciola e senza lasciarsi trascinare dai sentimentalismi.
Gioca con il non-finito, svela il colpevole a metà film in maniera talmente manifesta che non può essere che voluta, non è sul giallo che lo spettatore si deve concentrare, lo spettatore si deve concentrare sulla propria impossibilità di essere anonimo, e sul fatto che l’anonimato abbia un prezzo veramente alto da pagare, la solitudine.
Non contano le spiegazioni, le ragioni. Quel che conta è la realtà, e la realtà è plastica e sfuggente.
Non a caso il protagonista è un alcolista, i cui brandelli di memoria si perdono.
Assurdo che un film così si confonda tra mille altri nel catalogo Netflix, vergogna per la critica e per gli appassionati.
Guardatevelo.

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Deludente / 27 Luglio 2018 in Anon

Le premesse erano buone (anche se non originali), ed anche la parte iniziale del film sembrava interessante, uno sci-fi tendente al noir. Ambientazione distopica (ma non troppo) dove l’anonimato non esiste. Attraverso un impianto neurale tutto quello che vedi e senti viene registrato ed è reso disponibile alle forze dell’ordine, quindi qualunque reato è immediatamente scoperto e punito, basta vedere la registrazione, ma cosa succede se per alcuni crimini le registrazioni risultano manomesse o se quello che stai guardando non è la realtà?
Peccato che il seguito resta “piatto”, nessuna tensione, nessun vero colpo di scena, con un finale buttato lì, quasi a voler chiudere velocemente la storia. In definitiva, non coinvolge, lo si guarda quasi senza alcun interesse.
Al contrario, ho trovato interessante la fotografia quasi in bianco e nero, a sottolineare la visione non proprio reale, con inserti testuali e pubblicitari. Una via di mezzo tra Person of interest e The Entire History of You (Black Mirror).

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