17 Recensioni su

Anna Karenina

/ 20126.9376 voti

27 Aprile 2014 in Anna Karenina

Ridondante e pretestuoso.
La sontuosa messa in scena mi è apparsa a tratti troppo fine a se stessa per essere davvero apprezzata. Così come ho trovato poco convincente anche la recitazione, piuttosto fredda e contenuta. Una scelta certamente voluta, ma che non ho particolarmente apprezzato.
Quando si cerca di tradurre sul grande schermo un’opera letteraria senza tener conto delle ovvie differenze strutturali dei due mondi, il risultato non sempre è dei migliori.

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26 Agosto 2013 in Anna Karenina

Anna Karenina è un film diretto da Joe Wright del 2012 che si rifà all’omonimo romanzo di Lev Tolstoj pubblicato per la prima volta nel 1877.
Le vicende vengono narrate come se fossero ambientate in un teatro di posa, con tanto di scenari in movimento e scene di danze e balli, con un utilizzo di questi troppo massiccio per un film non musical, e che ricordano un po’ troppo la teatralità di Moulin Rouge!. All’inizio del film, infatti, guardando lo stile delle riprese, ho subito pensato che fosse un film di Baz Luhrmann; mi ritrovo, invece, con un poco convincente Joe Wright le cui riprese sono state un successo in Orgoglio e Pregiudizio del 2005 (con ballo simile ma non dallo stesso effetto).
Continua: http://loren-ilmondodilory.blogspot.it/2013/08/anna-karenina.html

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28 Maggio 2013 in Anna Karenina

Costumi, scenografia e fotografia davvero azzeccate; persino gli effetti cinematografici sono stati davvero opportuni. Keira è una delle attrici che preferisco, ma non mi sono fatta coinvolgere nel suo dolore come ho fatto nel libro. (L’ unica scena è l’abbraccio con il figlio) e Aaron Johnson secondo me non è stata la scelta migliore per Vronskij e la loro storia secondo me non è stata descritta nel modo più passionale possibile. Un 7 comunque soprattutto per Jude Law che io ho trovato perfetto nelle vesti del marito cornificato, le sue erano espressioni profonde. Forse guardandolo in inglese potrebbe diventare un 8, ma non ci metterei la mano sul fuoco.

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Colpevole è il libro / 6 Maggio 2013 in Anna Karenina

Non credo che l’interpretazione di Keira Knightly sia da giudicare negativamente.A mio avviso,la sua recitazione distaccata non è frutto di una mancata padronanza del ruolo,quanto,anzi, di un’immersione totale in quest’ultimo. Anna Karenina è una donna insicura e vulnerabile che si lascia trasportare dal flusso degli eventi,incapace di scegliere,incapace di diventare la vera protagonista del romanzo ed è questa ció che trasmette Keira durante il film.
Nonostante non reputi scadente il lavoro degli attori,do un sei forzato al film. Trovo prolisso e sopravvalutato il libro.Di 900 pagine,solo circa il 12% sono dedicate alla storia d’amore tra il conte Vronsky e Anna Arkadyevna. Queste poche pagine, la cui trama è riassumibile in un periodo,sono state trasportate per l’ennesima volta sul grande schermo,con una sceneggiatura sì innovativa, ma che non basta a rendere avvincente una storia che,secondo me, manca d’intreccio.
Cone già detto nel titolo, per me colpevole è il libro.

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13 Aprile 2013 in Anna Karenina

La recitazione è tremenda, la storia è stata bistrattata, e se non avessi letto il libro, avrei capito il giusto della trama.
Ma costumi, fotografia e regia sono magnifici. Ci sono dei passaggi che riescono a donare un emozionante lirismo capace di nascondere la recitazione penosa della sopravvalutata Keira Knightley.
Per cui, in una scala che va dal 2 della recitazione al 18 della regia, un 9 pieno (Lev, perdonami) se lo merita tutto.

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Una idea della Russia orribile! / 24 Marzo 2013 in Anna Karenina

Se è così che riescono a ritrarre la Russia, è meglio che lascino perdere.
Bravi gli attori secondari che reggono la storia, ma i due protagonisti sono fuori dal film, senza riuscire mai ad entrarci veramente.

14 Marzo 2013 in Anna Karenina

La scelta di una scenografia teatrale all’inizio non mi ha entusiasmata, ma poi si è rivelata originale e l’ho apprezzata. Non è facile portare allo schermo un capolavoro come Anna Karenina: tutto sommato l’hanno fatto bene. Però per me, il libro è un’altra cosa.

6.5 / 7 Marzo 2013 in Anna Karenina

Tratto dal romanzo di Tolstoj che non si presta a traslitterazioni facili o riduttive, il film ha un fascino nuovo, fresco e intelligente. L’operazione di Wright e Soppard è più che azzeccata: Il primo ha una bella regia, sobria e non forzatamente manieristica e sa trattare con eleganza questo tipo di materia, il secondo ha questa propensione per portare il teatro al cinema…sembra quasi che voglia demolire il concetto di realtà scenica, svelare il trucco, ma senza farlo completamente. Da un certo punto di vista fa meta-cinema (in Rosencrantz e Guildestern sono morti ci è riuscito alla grande) e questo risulta coinvolgente, credibile e paraddossalmente distoglie l’attenzione dal contesto per concentrarla sui personaggi. Un contesto di tutto rispetto, perchè le scenografie ed i costumi sono sfarzosi e l’alternanza tra le parti teatrali e quelle reali è definita in maniera sapiente.
Jude Law è stato fantastico, l’unico che sembrava un russo autentico..negli sguardi, nelle espressioni. Mi è piaciuto molto. La Knightely un pò meno, è sempre eterea e a tratti forzata, ma indubbiamente con Wright da il meglio di sè…..

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4 Marzo 2013 in Anna Karenina

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Avvicinarsi all’ennesima riduzione cinematografica di Anna karenina significa far germogliare ogni tipo di pregiudizio: troppo complesso il testo, troppo evocativa la scrittura di Tolstoj, troppo legati dai ricordi. Eppure qui riescono a scavalcare quasi tutte le trappole delle pigre e illustrative trasposizioni cinematografiche, danno vista a una messa in scena che si stilizza, si astrae, gioca con il modo rappresentativo e vince la sfida. L’espediente di teatralizzare permette a Stoppard e Wright di esser liberi nel focalizzare le scene madri, di rallentare e accelerare il ritmo, di esasperare alcune linee narrative riaggiornandole a un gusto profondamente simbolico.
Lo scenario è un teatro, dismesso, non c’è pubblico estraneo agli stessi che recitano, attori e astanti sono di volta in volta gli stessi, quasi tutto rivive all’interno dei palchi, della platea, del dietro le quinte, dei vari piani fra scene che salgono e scendono, l’esser guardati e il guardare, il tempo che si ferma, il tempo interiore che si isola e continua il suo percorso, tutto è reso attraverso la finzione/non finzione della rappresentazione teatrale. E nella prima parte del film il meccanismo è perfetto e molto accentuato con i medesimi personaggi che si trasformano e rivestono, le scene che si muovono platealmente, gli ambienti che vengono smontati in continuazione. Formalismo esasperato che non rinuncia a una certa fedeltà al testo riguardante i singoli avvenimenti, sebbene poi vi sia uno sguardo indulgente nei confronti di Kerenin e Vronsky, sebbene poi vi sia una certa tipizzazione dei protagonisti, sebbene il taglio principale alla tragedia della storia portante riguardi il giudizio sociale e l’ostracismo che ne deriva (si sorvola abbastanza sulla macerazione personale, individuale e privata che Anna subisce e innesca). Eppure la grande storia nella storia di Anna è anche la denuncia dello squilibrio sessista fra i due fratelli che violano le stesse regole con risultati completamente opposti.
Tutto molto bello, ricercatissime le inquadrature (primissimi piani, prospettive esasperate, inquadrature dall’alto, composizioni), lunghi piano sequenza, colori acidi, rimandi continui alla pittura (gli impressionisti per le scene in campagna, smaccato Monet ne la donna con il parasole; Caravaggio per l’abluzione del fratello di Levin con la luce che scende solo dalla finestra da un lato e la pellicola che si scolora quasi nel corpo malato e morente totalmente tridimensionale)
Anna sin nel testo al ballo ha un vestito nero, ma diventa rosso e scollato nella scena della resa alla corte di Vronsky, diventa bianco candido nel momento della sua pubblica esposizione come “peccatrice”, il rosso si incupisce nella sua scena finale. Vorrei sottolineare l’azzeccatissima resa della sconfitta di Kitty attraverso l’affanno, il respiro concitato, il cedimento dell’acconciatura, il sudore di questa che non può nulla di fronte al fascino di Anna; il recupero della scena della dichiarazione a lieto di fine fra Levin e Kitty, così fedele al libro; le perfette inquadrature di Anna nei suoi primi piani da Medusa sofferente e il bocciolo di rosa rossa che si dispiega sotto i fuochi d’artificio; Levin che si alza in un mare d’oro fra le spighe tagliate al sorgere del sole; tutte le scene di sesso in cui l’oggetto del desiderio è lui, la forza motrice è lei, sono maschili i capezzoli, le gambe nude, è femminile invece l’azione sessuale.

Protagonisti: non c’è nessun nesso con il testo, vedere Vronsky efebico e biondo è scioccante lo ammetto, vedere Anna troppo giovane ancora di più. Perché una delle cose più belle del libro è la differenza d’età fra i protagonisti del triangolo Kitty/ANNa/Vronsky, uno scontro fra la bellezza banale della giovinezza di Kitty e il fascino erotico della maturità di Anna, la presenza forte della virilità militaresca di Vronsky. Eppure questo stravolgimento non rovina l’insieme, è una parte della stilizzazione del tutto. Ottima Kitty, vibrante e molto espressiva, buona la Knightley anche perché non ha molti registri espressivi da sfoderare, poco sfruttato Vronsky che troppo spesso non ha altro che sgranare gli occhi.
L’aria di decadenza del teatro scrostato, pieno di ragnatele, abbandonato con le sedie accatastate, ormai arreso alla confusione degli oggetti che si accumulano danno quel senso del tutto compiuto, già stato, ma ancora da ripetere perché i protagonisti, quasi in maniera pirandelliana, non possono far altro che continuare a recitare.

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il treno che conduce al teatro / 3 Marzo 2013 in Anna Karenina

Joe Wright, ha capito che per rendere pienamente un personaggio a tutto tondo come Anna Karenina, si deve passare per il teatro. E così è stato. Il film è composto da attori esemplari, diretti sapientemente dal regista, compresa la sua musa: Keira Knightley che in questo peronaggio mette tutta la sua forza drammatica ed è superbamente credibile. Il film si snoda fra giocattoli, scenografie, pose teatrali , quindi di finzione a scenari reali: campagne innevate, campagne con file di contadini che tagliano il grano. Joe Wright, dimostra di conoscere il teatro avendoci vissuto in mezzo fin da bambino, ma dimostra di conoscere un maestro esemplare che prima di lui ha saputo miscelare divinamente tecniche teatrali e linguaggio cinematografico, parlo di Keneth Branagh. Ma non solo,: ho visto anche un pò di Emir Kusturica nei passaggi apparentemente caotici e veloci da una scena all’altra; per non parlare di certi punti di vista che la telecamera rimanda allo spettatore, nelle scene di campagna o nei primi piani dei contadini, in cui ho notato certe sequenze tipiche del cinema da realismo socialista sovietico ( in primis il grande Eisenstein).
E’ un film complesso, ben costruito e intenso, Le scene di danza, sono stupende . Il valzer con il sinuoso gioco di braccia e di mani è un capolavoro, Ma Joe Wright ama molto la danza, sapendo che in quel periodo il momento della danza significava tutto nelle relazioni (erano i soli momenti di contatto, amissibili in pubblico) , ed in questa concentra tutto il significato sociale che in quel momento rappresenta. Come non dimenticare le danze in Orgoglio e Pregiudizio, ma soprattutto la danza fra Lizzy Bennet e Fitzwilliam Darcy? …. Insomma Joe Wright, registicamente parlando, sta seguendo una strada molto molto interessante, e spero davvero che continui.
Altra cosa sul film: ottima sceneggiatura di Tom Stoppard.

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1 Marzo 2013 in Anna Karenina

film affrontato con pregiudizio, nel timore di trovarmi davanti una pacchianata stile sceneggiato tv. l’ho adorato.
film riuscitissimo, originale, scorrevole e coinvolgente.
abbastanza fedele al capolavoro letterario anche se, giustamente, viene riservata una parta molto marginale alla storia di Kitty/Levin rendendola fin troppo banale.
Keira Knightley perfetta nel ruolo di Anna, anche se appare troppo poco appassionata.
Mentre Aaron Taylor-Johnson risulta la nota più dolente di tutte, con un Vonsky che oltre a non apparire come un fascinoso e seducente conquistatore, non riesce a trasmettere l’intensità del suo personaggio che si conclude con un epilogo piuttosto insignificante.
splendido l’effetto di continuo piano sequenza, ottime le scenografie che riescono a far dimenticare la magnificenza russa dell’ottocento regalando un contesto intimista e innovativo.
costumi magnifici.
nove stelle perchè l’8 e mezzo non esiste. senza quegli inquietanti trenini sarebbe stato un nove pieno.

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1 Marzo 2013 in Anna Karenina

L’impianto teatrale lascia perplessi solo per i primi minuti, ma poi conquista decisamente. Anna Karenina è uno dei grandi drammi dell’800 e come tale va trattato. Ho trovato questo adattamento fresco, capace di ridare vitalità a uno storia già apparsa sul grande schermo e il cui rischio era quindi di passare come demodé. In questo modo invece si risalta la straordinaria attualità diuna storia come quella di Anna, lasciando, ancora una volta, spazio a molteplici riflessioni.
Vestiti stupendi (non a caso han vinto l’Oscar).

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1 Marzo 2013 in Anna Karenina

Siamo nel 1874, la Russia Imperiale è in declino e Anna Karenina (Keira Knightley), moglie di Aleksei Aleksandrovič Karenin (Jude Law), importante e rispettato ufficiale governativo, sale sul treno che cambierà la sua vita e la trascinerà con violenza impetuosa verso il destino che è entrato nell’immaginario comune. All’arrivo a Mosca, infatti, Anna conosce l’affascinante ufficiale di cavalleria Aleksej Kirillovič Vronskij (Aaron Taylor-Johnson). Tra i due nasce un amore passionale che Anna decide di rendere pubblico, un amore che inevitabilmente la mette contro il marito, i salotti moscoviti e la sua stessa fragile psiche che, combattuta tra il desiderio di amare Vronskij, sfuggendo dal logorante ruolo di moglie devota, e l’asfissia provocata dal severo giudizio del marito e della società, finirà per cedere. Sullo sfondo della storia principale ruotano le vicende di altre due coppie: quella formata da Kitty (Alicia Vikander) e Konstantin (Domhnall Gleeson), semplice ed onesta, in contrapposizione con le vicende dei protagonisti e la coppia in declino formata da Dolly (Kelly Macdonald), afflitta madre e moglie devota, e Stiva (Matthew Macfadyen), un instancabile dongiovanni nonchè fratello di Anna.

Tolstoj, uno degli autori russi più austeri, pedagogogici e moraleggianti, nel suo Anna Karenina getta le basi, ben prima di Freud, della psicanalisi, affronta il tormento interiore di Anna incastonata nella cornice della Russia imperiale della seconda metà dell’800, una società tratteggiata in maniera carnevalesca ed a volte iperbolicamente grottesca a sottolinearne i vizi e le ipocrisie e sempre in contrapposizione con la società contadina, quasi totalmente ignorante dei processi di industrializzazione che in Europa fermentavano in quegli anni. Joe Wright, già regista di “Orgoglio e Pregiudizio” e “Espiazione” (quindi avvezzo alle trasposizioni dei classici della letteratura) riesce a far rivivere in maniera elegante l’atmosfera del romanzo anche grazie all’uso di un espediente geniale: l’uso delle scenografie statiche. Quale modo migliore di rappresentare il dramma di Anna rendendo il film un immenso palco teatrale dinamico e cangiante, agile nei cambi temporali e di location? Il regista con questa finzione scenica barocca e stucchevole, positivamente parlando, riesce a dare una ventata di originalità al film e lo potenzia facendo veramente percepire allo spettatore l’aria che si respira leggendo un romanzo russo. Inoltre, Wright dimostra grande bravura con la macchina da presa esibendosi in alcuni pianosequenza belli come non ne vedevo da tempo, vorticosi e danzanti come il ballo messo in scena nella prima parte del film.

Per quanto riguarda gli interpreti, La Knightley, bella ed elegante come sempre, non convince; non riesce a rendere la complessità psicologica del personaggio, utilizzando nel tentativo il repertorio di mossette isteriche già viste (ad un certo punto c’era sullo schermo la Sabina Sperlrein di “A Dangerous method”). Aaron Johnson senza infamia e senza lode, crea un conte Vronskij poco espressivo e troppo orientato sul fascino del belloccio piuttosto che su quello dell’affascinante ed ammaliante conquistatore. Jude Law è invece molto bravo anche se mi sarebbe piaciuto vedere molto più tempo dedicato a Karenin, un personaggio interessante e sfaccettato che vive un dramma interiore non meno grave di quello di Anna.
La colonna sonora del nostro pisano Dario Marinelli, già premio Oscar nel 2008, è grandiosa ma quest’anno non riesce a portare a casa la statuetta, battuto in extremis da “Vita di Pi”. Porta invece a casa il premio dell’Academy Jaqueline Durran con i suoi costumi impeccabili.

Oggi non voglio soltanto consigliarvi la visione del film, voglio anche suggerirvi la lettura di un bel romanzo russo. Personalmente non sono un grande amante di Tolstoj quindi non me la sento di indicarlo come prima scelta. Prendete invece un romanzo di Dostoevskij e poi ne parliamo, magari il sempreverde “Delitto e Castigo” o l’immenso “I Fratelli Karamazov”.
La letteratura russa viene considerata dai più un greve mostro da non affrontare. La sola vista dei tomi dei vari Tolstoj, Dostoevskij e Gogol’, tacciati di pesantezza, incomprensibilità e verbosità, provoca attacchi di narcolessia fulminante. Mai pregiudizio fu più superficiale ed errato. La letteratura russa, a mio modesto parere, scava e gratta negli angoli più reconditi della condizione umana con una semplicità disarmante lasciando un profondo segno interiore. Provare per credere.

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22 Febbraio 2013 in Anna Karenina

Ho adorato questo film.
L’impostazione teatrale, quasi da operetta in certi punti, è geniale. Wright con il suo stile particolarissimo e originale ha trasformato un classicone che poteva risultare noioso in qualcosa di nuovo. L’intero film, la prima parte soprattutto, è una danza meravigliosa. Fa un utilizzo delle scenografie de degli spazi coraggioso e non banale. L’unica pecca, il protagonista maschile, con zero carisma. Knightley brava, anche se fuori fuoco in alcune scene.

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22 Febbraio 2013 in Anna Karenina

Il mio amore per Joe Wright e Keira Knightley era già consolidato da tempo, dopo gli splendidi Pride and Prejudice e Atonement; con Anna Karenina non fa altro che aumentare, raggiungendo altissime vette.
In poche parole, ho semplicemente adorato questa trasposizione, dalla A alla Z. L’idea di girare tutto o quasi all’interno di un teatro, e di gestire la materia di Tolstoj come fosse un balletto, curando dettagliatamente ogni cambio di scena e ogni movimento degli attori è, secondo me, incredibile. Una delle scene dove la coreografia fa da regina è quella del ballo, dove gli attori si muovono flessuosi e con movenze particolari e bellissime. La resa complessiva è esteticamente stupefacente, assolutamente sfarzosa e di buon gusto, magica nel suo alternare scenografie diverse con naturalezza e soluzioni efficaci, come ad esempio i numerosi piani sequenza, scanditi da quella che secondo me è la OST che meriterebbe l’Oscar. Dario Marianelli lo rifà: prende rumori e suoni comuni e li inserisci nel tessuto sonoro. Come in Atonement la macchina da scrivere dava inizio alla corsa di Briony, qui sono i timbri incessanti di un ufficio “teatrale” a dare il la a una colonna sonora bellissima e di alto livello. Accanto alla festa per gli occhi e le orecchie è necessario sottolineare l’efficacia dello script e delle interpretazioni attoriali. Cercando di mantenermi più imparziale possibile ho osservato una Keira Knightley trasformarsi da una donna vivace, maliziosa e seducente ad una moglie ed amante distrutta dalla gelosia e dal dolore, fino alla decisione finale, un momento che nel film è perfetto e potente, basato solo sul volto di lei e sulle luci che lo illuminano a intermittenza. Accanto a quella che è la mia attrice preferita, anche Aaron Johnson fa una bella figura, dando vinta ad un Conte Vronsky fascinoso e passionale; Matthew Macfadyen, Kelly Macdonald, Jude Law sono tutti riconferme, insieme a qualche nuovo volto, come quello di Kitty, cioè Alicia Vikander, molto brava e Domhnall Gleeson, che ha un viso che rimane impresso.
Oscar ai Miglior Costumi assicurato, perchè ancora una volta Jacqueline Durran è perfetta, insieme, mi auguro, a quello per le scenografie, così fondamentali e belle. Splendida anche la fotografia, come sempre nei film di Joe, e a mio parere nella cinquina di attrici candidate come protagoniste, si poteva far spazio a Keira Knightley, escludendo magari la Watts.
Film stupendo, che mi ha letteralmente incantata.

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7 Febbraio 2013 in Anna Karenina

Partendo dal fatto che nessun film potrà mai rappresentare la bellezza e la potenza del libro di Tolstoj cmq questo film non ci si avvicina nemmeno. Anche per me l’attrice è sbagliata per questo ruolo e poi spesso sembra di guardare una rappresentazione teatrale…con musiche e movimenti innaturali come se si vedesse un ballo. Poi i treni….ma sono reali? Perché i treni in viaggio sembrano immagini di modellini per bambini e non un treno reale. Ed infine lui, l’amante….un ragazzetto minimamente azzeccato….davvero per nulla credibile. Ho trovato tantissime cose fuori posto.
Il libro è lungo ma molto bello….il film è lunghissimo e sarà che non mi è piaciuto da subito ho fatto serie difficoltà a finirlo…..pesante e noioso.
Peccato rovinare un capolavoro in questo modo.

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Molto British/Poco Russo / 22 Gennaio 2013 in Anna Karenina

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