Recensione su Animali fantastici: I crimini di Grindelwald

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Il crine di Grindelwald / 1 Dicembre 2018 in Animali fantastici: I crimini di Grindelwald

Mi succede raramente di augurarmi che la proiezione finisca presto: questa è stata inaspettatamente una di quelle volte. Inaspettatamente, perché dopo il primo capitolo, sorta di introduzione alla nuova saga, mi aspettavo maggiore dinamicità. Invece il film è noioso, la trama confusa e ingarbugliata. Come da titolo dovrebbe vertere sui crimini di Grindelwald, ma a malapena c’è Grindelwald, figuriamoci i crimini. Tra l’altro non sembra neanche questo gran cattivone: è, oltre che ossigenato, imbalsamato (e Johnny Depp poco ispirato) e gli affari loschi li lascia fare agli altri. Credence è una zavorra che ci si porta appresso per tutto il tempo: tutti lo cercano ma sembrano non sapere bene perché. E per carità, ditegli chi è così la pianta di piagnucolare. La rivelazione nel finale sulla sua identità è un po’ come un gol nel recupero dopo una partita mal giocata contro dei dilettanti lussemburghesi: salva il risultato (ma lo salva davvero?) ma i problemi restano. Senza contare le incoerenze narrative che un’insigne potterologa mi ha fatto, indignata, notare. Va bene, ci sono le magie (grazie..), le varie tresche amorose, il simpatico Jacob Kowalski: ma mi sembra un po’ poco. L’unico personaggio interessante è Newt, disadattato dal cuore d’oro che sicuramente rivelerà nuovi lati di sé nei prossimi film. Alla fine quello che mi resta è l’impressione che, di fatto, questo secondo capitolo di Animali fantastici non avesse granché da dire. Posso solo sperare che acquisterà maggiore senso quando sarà integrato nella saga completa.

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