11 Gennaio 2013 in Amreeka
Il solito ottimo film palestinese che ti aspetti, con la solita attrice palestinese che c’è in ogni film palestinese (anche se qui solo co-protagonista), a disvelare il dramma dei senza terra e senza speranza che cercano un modo per uscire da una vita fatta di esasperanti code ai check-point d’Israele per andare alla striscia di Gaza e ritorno.
Madre e figlio ottengono un visto per l’America e ci si catapultano. Lei è una cicciona sofferente dentro, eppure simpatica, eppure anche abbastanza stupida, che sbaglia sempre tutto quel che può sbagliare. Arrivano in the USA dopo l’11-9, quando gli arabi son guardati con lo schifo al cazzo, tanto per dire, e ciò non aiuta, e il pischello a scuola lo scherzano tutti eccetera.
Nulla di mal girata né che esca dai suoi convenzionali binari, e alla fine ci si sente tutti molto snob e intellighenti e palestina libera e intellettuali impegnati ma con una punta di ironia.
Finale riconciliatorissimo, lei trova un lavoro in un fast-food e inizia una storia che sarà d’amore con il della scuola del figlio preside. Ebreo. Abbrazzamosi tutti.
Da segnalare che in Palestina la protagonista guidava una fiammante polvere Uno rossa.
