Recensione su Amour

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La pianista colomba / 27 Gennaio 2013 in Amour

La vita è una costellazione di eventi, una concatenazione di fatti che spesso agiscono su di noi lasciandoci spettatori. Il concetto di libero arbitrio è sottile, spietato, a volte fasullo. Ma una delle cose di cui siamo davvero padroni di noi stessi, nel bene e nel male, è la morte. La decisione della morte. Del voler morire, dello scegliere di morire, anche e soprattutto con estrema dignità. O per non perderla del tutto, quella dignità. Quando raggiungere questo diventa impossibile, la fortuna è l’avere accanto qualcuno che sappia ascoltare il nostro volere nei silenzi, così come nelle parole più sconclusionate ed incomprensibili. E se questo avviene all’interno di una casa, lasciando al di fuori tutto quanto (donna) – figli compresi – e tenendo stretta e protetta fra le mani eslusivamente la sinergia senza tempo di una coppia che non ha la forza di disgiungersi (uomo), il divario fra morte ed amore si assottiglia, fino a scomparire del tutto.
Una pianista che non può più suonare è come una colomba resa inerte da un plaid spiegazzato.

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