18 Febbraio 2013
Per me, che ho visto questo film dopo gli altri di Inarritu, ormai avvezza al “gioco” degli incastri, il meccanismo degli incroci fatali è risultato un po’ stantio. Ciò non toglie che la pellicola sia godibile, pur nella sua drammaticità, e che lo sguardo di questo autore sule traversìe umane sia, puntualmente, originale e coinvolgente.
Dei tre episodi, ho apprezzato in particolare quello interpretato da Bérnal.
Recensione da Oscar (1)
Anch’io l’ho visto per ultimo (ed è stato quello che mi è piaciuto di più) ma non ci ho visto niente di “stantio” nel gioco di incastri, anzi penso che qui sia stato trattato meglio che negli altri due, mi è piaciuto che a parte la scena dell’incidente, che ha avuto ripercussioni su tutte e tre le storie (e qualche incontro “fugace”) esse hanno proceduto su tre binari differenti.
Con “stantio”, intendevo che il meccanismo non mi ha offerto niente di nuovo, in termini narrativi, perché non ha arricchito, di fatto, la “cifra” di Inarritu.
Mi accodo anche io ai tanti che l’hanno visto “dopo”. Nel mio caso, dopo Birdman, film che per 40-45 minuti mi ha riempito il cuore e l’anima, al punto di farmi sentire quasi salvo dall’orfananza di Altman, per poi pian pianino planare verso terra. Questo non mi è invece mai sembrato molto più che un buon film, direi poco ambizioso e francamente semplice.