promosso / 22 Aprile 2020 in Amistad
fa il suo dovere, ottima ricostruzione storica con un cast all’altezza. Spielberg non delude
1839. Una nave spagnola chiamata Amistad e carica di schiavi neri si dirige verso Cuba, quando uno dei cinquantatré prigionieri, Joseph Cinqué, riesce a liberarsi dalle catene, dando così inizio alla rivolta che porta lui e i suoi compagni a prendere il controllo dell'imbarcazione. Gli ammutinati vorrebbero tornare in Africa, ma vengono ingannati dai due marinai spagnoli sopravvissuti all'insurrezione, che conducono il vascello verso le acque americane, dove i rivoltosi sono arrestati dalle autorità statunitensi.
schizoidman ha scritto questa trama
Titolo Originale: Amistad
Attori principali: Morgan Freeman, Nigel Hawthorne, Anthony Hopkins, Djimon Hounsou, Matthew McConaughey, David Paymer, Pete Postlethwaite, Stellan Skarsgård, Razaaq Adoti, Abu Bakaar Fofanah, Anna Paquin, Tomas Milian, Chiwetel Ejiofor, Derrick N. Ashong, Geno Silva, John Ortiz, Ralph Brown, Darren E. Burrows, Allan Rich, Paul Guilfoyle, Peter Firth, Xander Berkeley, Jeremy Northam, Arliss Howard, Willie Amakye, Luc Assogba, Mariah Campbell, Habib Conteh, Stephen Conteh, Monguehy Fanzy, Jimmy Fotso, Adekunle Ilori, Sheriff Kargbo, Saye Lah, Sylvestre Massaquoi, Samson Odede, Chike Okpala, Willie Onafesso, Samuel Pieh, Lansana Sawi, Abu Sidique, El Hadj Malik Sow, Lamine Thiam, Austin Pendleton, Daniel von Bargen, Rusty Schwimmer, Pedro Armendáriz Jr., Frank T. Wells, Michael Massee, Roy Cooper, Jake Weber, Victor Rivers, Joseph Kosseh, Steve Passewe, Sherly Acosta Williams, Matt Sarles, George Gerdes, Gerald R. Molen, Kevin J. O'Connor, Robert Walsh, Sean McGuirk, Tony Owen, William Young, Michael Riley, León Singer, Castulo Guerra, Harry Groener, Hawthorne James, Ingrid Walters, Harry A. Blackmun, Curtis Shields, Carlos Spivey, Charles Udoma, Andrew L. Josiah, Tony Onafesso, Peter Mansaray, Clarence Mobley, Brian Macon, Edward Appiah, Denver Dowridge, Paul Mwakutuya, Rory Burton, Samuel Orekhio, Omo Lara Tosin, Ransford Thomas, Juliette Darko, Charlean Isata Bangalie, Roosevelt Flenoury, M.S. Kaleiwo, Tesfay Yohannes, George Kamara, Abdul-Fatai Balogun, Yaya Sissoko, Amadou Traore, Marlon Francis, Bundu Kamara, James Moses, Daniel Reid, Seydou Coulibaly, Lawal Tajudeen, Lester Mombelly, Ibrahim Sesay, Jeremy Shelton, Andrew Shoemo, Prince Coke, Ahmed Bangura, Bernard Singleton, Desere Mondon, Baboucar Jobe, Christopher Annino, Susan Bergeron, Eric Bruno Borgman, Luis Cabrera, Craig Calman, KimStacy Carter, Lisa Cavanaugh, Leonard Clifton, Alex Daunis, Nino Del Padre, Johnny Egan, Chris Fagan, Lawrence Gaughan, Morgan Hobart, Nick King, Tommy Lynch, Luis Muñoz, Ungenita Prevost, Glendon Rich, Kevin M. Simon, John H. Tobin, Harrison Young, Mostra tutti
Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura/Autore: David Franzoni
Colonna sonora: John Williams
Fotografia: Janusz Kamiński
Costumi: Ruth E. Carter
Produttore: Debbie Allen, Colin Wilson, Steven Spielberg, Walter F. Parkes, Laurie MacDonald
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Storia, Thriller
Durata: 155 minuti
fa il suo dovere, ottima ricostruzione storica con un cast all’altezza. Spielberg non delude
Spielberg si perde nei suoi stessi film.
Il film è in molti punti di grande impatto: si riesce a sentire così tanto il senso di ingiustizia che aleggia nell’aria che si ha la percezione quasi fisica del metallo sulla pelle mentre si guarda il processo spezzettato che rimette insieme i pezzi di storia.
E’ una battaglia di inghippi legali in cui chi riesce a dimostrare la toppa dell’altro l’ha vinta. Il nocciolo non è tanto la schiavitù, quanto la vendita illegale di chi libero lo era davvero. E su questo ci si deve appigliare.
Se non fosse stato così, se quegli uomini fossero nati schiavi, nessuno, nel 1838, avrebbe lottato in tribunale fino al massimo grado di giudizio.
Ma è da qui, dal disinteresse per la questione morale e dall’interesse per la verità, che parte la lotta a ciò che è giusto.
Un bel cast su cui c’è poco da commentare.
C’è un bel filo narrativo e un giusto mix tra eventi storici e un semi poliziesco.
Il problema è la lunga morale che ne fa il regista, e neanche tanto riguardante la schiavitù. L’idea di giustizia e salvezza è troppo cristianizzata: cinque minuti buoni in cui uno schiavo sfoglia la Bibbia guardandone le figure e, affascinato, racconta la storia di chi come loro è stato punito senza peccato per poi ricevere qualcosa di più grande.
E il tutto dedotto da delle immagini cui non associa nessuna conoscenza.
Lo stesso schiavo stringe al petto la Bibbia, una volta libero, con la mezza idea di portarla a casa per diffondere il verbo.
O ancora, dieci minuti abbondanti di discussione del vicepresidente degli Stati Uniti, in corte suprema, sostanzialmente trattanti il nulla. Molto filosofici, molto morali, molto veri. Ma non credibili.
Se arrivi lì senza una cartuccella in mano difficilmente riescono a farti parlare più di un secondo. 600 mi sembrano tantini.
Insomma, è un buon film storico, per quanto lievemente romanzato, strutturato bene intorno ai molteplici incontri in tribunale e ai ritorni in galera come scanditori del tempo. Gli attori sono buoni.
Le forzature morali no.
Per quanto i protagonisti si scaglino violentemente contro la schiavitù si ha l’impressione che l’idea che sta dietro sia, non tanto la rassegnazione, perché si prova a lottare, quanto l’accettazione del proprio destino davanti all’ignoranza del mondo perché qualcosa, qualsiasi essa sia, ci salverà.