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Amici Miei

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8 / 31 Maggio 2017 in Amici Miei

Film da culto assoluto. Attori in stato di grazia. Battute diventate luoghi comuni (gli schiaffi al treno, la supercazzola etc…). Quando questo, raramente, succede, non è nemmeno possibile valutare il film. “Amici Miei” è come il primo “Fantozzi”, i film di Sergio Leone: sono pezzi di Storia d’Italia del dopoguerra. E fa rimpiangere un po’ tutti quelli attori che avevamo e che oggi non ci sono più

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L’apoteosi della comicità triste nostrana / 7 Marzo 2016 in Amici Miei

In verità c’è poco da dire escludendo spoiler.
Basti sapere che Amici Miei è il must italiano per la comicità che tutti ci possono invidiare.
Chiunque lo abbia visto ricorda i drammi dei nostri personaggi cosi’ veri e vicini, ma allo stesso tempo cosi’ ancora fanciulli come tutti dentro siamo e vorremmo dimostrare, ma che spesso dimentichiamo sovrastati da una vita di fandonie che possono esser dimenticate andando alla stazione dei treni..

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Monicelli insegna / 4 Agosto 2015 in Amici Miei

un film geniale, un film Italiano. Una comicità che oggi non si trova… è stato un piacere guardarlo

Troppo forte / 5 Maggio 2015 in Amici Miei

Troppo forte

7 Luglio 2014 in Amici Miei

Amici miei non è soltanto la supercazzola del Conte Mascetti o gli schiaffi ai viaggiatori affacciati al finestrino del treno in partenza.
Amici miei è la maturità della commedia all’italiana, che parallelamente agli sviluppi socio-politici del Bel Paese evolve da quel passato di gozzoviglia e goliardia, che aveva accompagnato il boom economico, alla triste cognizione della morte, tipica degli anni di piombo.
Le “zingarate” dei quattro amici toscani (che diventano cinque con il Prof. Sassaroli), esorcizzano la noia esistenziale, la monotonia del quotidiano, ma anche e soprattutto la morte, come dimostra il malinconico, tragicomico finale.
Il film si regge, oltre che sulle zingarate (alcune efficaci, altre francamente troppo prolungate, come lo scherzo da gangster al pensionato Righi), sul rapporto di amicizia maschile. Un rapporto che solo gli uomini possono capire a fondo e che dall’altro sesso può facilmente essere interpretato, in alcuni aspetti, come misoginia (e che probabilmente a tratti lo è, ma che fa parte essenzialmente di un certo modo di essere maschio, che fa capolino immancabilmente quando l’uomo è in solitaria compagnia degli amici). Un rapporto salvifico, metaforizzato nel film dal coro “Bella figlia dell’amore”, del Rigoletto, cantato a squarciagola a più riprese.
Grande prova dei cinque attori principali (e in particolare di Tognazzi e Celi), una simpatica accozzaglia italo-francese che fa rimpiangere i bei tempi andati.
Buona regia di Monicelli, che ereditò il film da Pietro Germi, il quale ebbe l’idea ma non il tempo di svilupparla, a causa della prematura scomparsa.
Da molti ritenuto un punto di svolta nella commedia all’italiana, di sicuro ne rappresenta uno degli esperimenti comicamente (ma non solo) più interessanti, con un grande seguito popolare che sembra addirittura ampliarsi nelle nuove generazioni.

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Mitico / 8 Marzo 2013 in Amici Miei

Non c’è niente da dire … è già stato detto tutto …

20 Ottobre 2012 in Amici Miei

c’è poco da commentare, questo capolavoro di triste comicità è da vedere e basta, perchè sempre attuale.

30 Luglio 2011 in Amici Miei

Ultimo atto della grande stagione della “Commedia all”Italiana”, profeticamente ben rappresentata nell’ultima, ovviamente spassosa, scena.

17 Marzo 2011 in Amici Miei

Uno dei regali piu’ belli che ci ha lasciato il grande Mario Monicelli…

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