Altmanesque / 20 Ottobre 2014 in Altman

Dopo aver visto questo documentario, Robert Altman diventa ufficialmente il mio regista preferito.
Oltre a essere un genio nel suo mestiere, innovatore e coraggioso, è stato un uomo dalla serenità rassicurante, non proprio spumeggiante o estroverso quanto piuttosto semplicemente e naturalmente empatico. Mi è venuta voglia di vedere perfino i suoi flop; c’è una segreta bellezza anche in fiaschi colossali come Popeye, in fondo. Un artista consapevole che l’ arte è bella e inafferrabile come i torrioni di un magnifico castello di sabbia, uno sguardo lucido ma mai freddo sulla realtà. Uno che si è fatto la gavetta con i filmetti TV ma poi ha tirato fuori tutto il suo estro, sapendo sempre difendersi dai gusti delle masse e senza mai farsi addomesticare dai produttori.
Il lavoro di Ron Mann è lineare ma accattivante: tutte le star intervistate non usano i fastidiosi fiocchetti dell’agiografia, ma fotografano l’altmanesque con una sola frase, una immagine. Ricco di filmati inediti, anche girati dalla sua bizzarra famiglia, fino ai toccanti ultimi momenti della sua vita. Gli altmaniani non possono davvero perderselo.

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