Allacciate le cinture

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Allacciate le cinture

L'amore tormentato tra Elena e Antonio e quello platonico tra la stessa Elena e Fabio viene raccontato nell'arco di tredici anni, durante i quali gli scontri tra i due per conquistare definitivamente il cuore della ragazza influiranno sui suoi rapporti famigliari e di amicizia.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Allacciate le cinture
Attori principali: Kasia Smutniak, Francesco Arca, Filippo Scicchitano, Carolina Crescentini, Elena Sofia Ricci, Francesco Scianna, Carla Signoris, Paola Minaccioni, Giulia Michelini, Luisa Ranieri, Maria Sole Piccinni, Francesca Romana Verzaro, Mostra tutti

Regia: Ferzan Özpetek
Sceneggiatura/Autore: Ferzan Özpetek
Colonna sonora: Pasquale Catalano
Produttore: Tilde Corsi, Gianni Romoli
Produzione: Italia
Genere: Drammatico, Commedia, Romantico
Durata: 110 minuti

Dove vedere in streaming Allacciate le cinture

9 Marzo 2015 in Allacciate le cinture

Di questo film salvo poche cose.
L’unica scena che mi ha davvero tenuta incollata è stata quella in cui Elena comunica a tutta la sua famiglia la notizia del male che l’ha colpita.
Unico altro elemento degno di nota la colonna sonora.
stop.
Per tutto il resto mi è sembrato un minestrone riscaldato, un mix mal riuscito di buona parte dei film precedenti.
Non so se un altro ( o bisognerebbe dire vero?) attore avrebbe fatto la differenza….Arca ci offre la visione di un fisico scultoreo decisamente gradevole e di un viso perennemente accigliato nel grottesco tentativo di sembrare “l’uomo che non deve chiedere mai”. Non convince. Proprio per niente.

Luisa Ranieri sembra fare il verso a quelle pseudoattrici dei cinepanettoni.
La Crescentini….sembra viaggiare col freno a mano ancora inserito.
Elena Sofia Ricci sembra riproporre la zia alcolizzata e un po’ schizzata di Mine vaganti.
Tutto sembra…ma non è.
Non è quel piccolo gioiello che Ozpetek riesce sempre a regalare.
Peccato, che delusione 🙁

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A mano a mano… / 14 Marzo 2014 in Allacciate le cinture

“Allacciate le cinture” dice bene Ferzan Ozpetek perché questo è un film che punta dritto al cuore e se vuole fa male. La parola che più di tutte riassume la storia è il tempo, tredici anni di vita, di amore, passione, tradimenti che prendono corpo con Kasia Smutniak e Francesco Arca. I due protagonisti sono nel film Elena e Antonio i cui sguardi si incontrano per la prima volta alla fermata del tram sotto una pioggia battente. Siamo a Lecce, che torna a fare da scenografia dopo Mine Vaganti, ed è proprio nella piazza del paese che sorge il bar in cui Elena lavora insieme al migliore amico (omosessuale) interpretato da Filippo Scicchitano. Il film parla d’amore, quello passionale, omosessuale, amicale, familiare, insomma ci sono proprio tutti. A fare da cornice alla storia tra Antonio e Elena c’è la famiglia di lei fatta di figure importantissime che danno quel colore e quel calore in più di cui c’era bisogno. La prima parte del film segue a mano a mano (come dice Rino Gaetano) l’ innamoramento dei due giovani, due mondi diversi legati da una forte attrazione fisica. Il film cambia decisamente tono nel momento in cui Elena scopre di avere un cancro, diagnosi che cambierà la vita a lei e alla sua famiglia. La storia di Antonio e Elena incontra turbolenze continue, tradimenti, continue incomprensioni che cessano alla scoperta della malattia. La scena in cui Elena comunica di aver contratto il cancro è di un’ intensità straordinaria, il tempo si ferma e un silenzio agghiacciante avvolge la scena. Elena, Antonio, Fabio, Silvia, tutta la sua famiglia “si allaccia le cinture” e inzia così una corsa contro il tempo. La drammaticità della storia sale ma allo stesso tempo cresce l’umorismo che accompagna le lacrime ad un dolce sorriso. Questo forte senso di humor è dato soprattutto dalla comparsa sullo schermo della compagna di ospedale di Elena, una donna che sa bene di dover finire ma che ha ancora la forza di sorridere e combattere per la vita. Questo film non osannato dalla critica si allontana decisamente dalle ultime opere di Ozpetek ma tornano dei luoghi comuni a me cari come le ambientazioni, i personaggi così caratterizzati e soprattutto le musiche, un vero e proprio tripudio, la colonna sonora accompagna passo passo la storia aumentandone ancora di più la sfera emozionale. Il film è stato contestato da molti perché banale nella trattazione invece io l’ho trovato poetico, non credo che l’amore o il dolore sia scontato, Allacciate le cinture è la trasposizione della realtà, la vita vera con le sue gioie e le sue turbolenze che ci mettono alla prova continuamente.

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7 Marzo 2014 in Allacciate le cinture

Volti bellissimi e corpi inattaccabili, quelli di Kasia Smutniak e Francesco Arca, protagonisti di “Allacciate le cinture”, ultima pellicola firmata da Ferzan Ozpetek, regista turco d’adozione italiana sempre dedito ai suoi classicheggianti temi: l’amore, l’amicizia, i segni del destino e le modalità di reazione di ognuno di fronte ad eventi del tutto inaspettati. Una storia scritta a quattro mani con Gianni Romoli (suo collaboratore in “Harem Suare”, “Le fate ignoranti”, “La finestra di fronte”, “Cuore sacro” e “Saturno contro”), una gestazione lunga diversi mesi che ha portato alla luce una fusione del dramma e della commedia, tra tenerezza e perturbazione. Con un respiro molto simile ai precedenti “La finestra di fronte” e “Saturno contro”, l’atto di allacciarsi le cinture è la resistenza nella gestione delle turbolenze che la vita ha perennemente in serbo, obbligando presto o tardi a guardare in faccia le problematiche che irrompono nel cielo schiarito della vita quotidiana.

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