Recensione su All is lost: Tutto è perduto

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L’arte del levare / 20 Luglio 2014 in All is lost: Tutto è perduto

Un film che raggiunge l’eccellenza per sottrazione: nessun dialogo – il protagonista pronuncerà in tutto una ventina di parole – il cast più piccolo della storia del cinema; nessuna informazione superflua su chi, cosa e quando; nessuna retorica sulla volontà di sopravvivenza o sull’ingegnosità umana, cui pure sarebbe stato facile indulgere. Solo un uomo – Our Man, nei credits finali – nella natura indifferente. Redford si fa perdonare in pieno il passo falso di The Company You Keep. Trama avvincente, da cui avrei giusto limato via qualche secondo di troppo nel finale. Le parole iniziali del protagonista, non del tutto coerenti con la vicenda (vedi il riferimento alla gentilezza), invitano a una lettura metaforica, che non è comunque necessaria.

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