9 Recensioni su

Albert Nobbs

/ 20116.5180 voti

30 Dicembre 2012 in Albert Nobbs

Albert Nobbs è forse il migliore cameriere di albergo di Dublino ma nasconde un segreto: non è un uomo, è una donna che si camuffa da uomo per poter lavorare e vivere. Quando scopre che un’altra donna con lo stesso trucco è riuscita anche a sposarsi pensa di riuscire a formare una famiglia e si interessa alla giovane e civettuola cameriera dell’albergo.
La storia non mi era piaciuta nel piccolo romanzo e non mi è piaciuta nemmeno in questo film, volutamente lento e tutto sommato poco appassionante. Forse mancava una piccola spiegazione necessaria per capire meglio il senso di questa scelta, non tutti gli spettatori infatti possono cogliere i vari sottintesi nascosti nei dialoghi scarni o meglio ancora nei gesti silenziosi.

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28 Dicembre 2012 in Albert Nobbs

Nella Gran Bretagna Vittoriana la condizione della donna è miserevole, al punto che ci sono donne che per sfuggire alle continue violenze nascondono la propria identità, facendosi passare per uomini. E’ il caso di Albert Nobbs, perfetto cameriere, che vive la propria condizione con il continuo timore della scoperta, che gli porterà via qualsiasi dignità. Solo la conoscenza con Hubert, imbianchino che è anche lui una donna, ma che ha trovato il modo di vivere felice, farà capire ad Albert che anche lui può trovare la felicità.
Idea interessantissima e recitazione, soprattutto quella di Glenn Close, magistrali, ma a un certo punto la trama si perde un po’ per strada e l’idea perde forza.

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3 Settembre 2012 in Albert Nobbs

Dietro all’incrollabile compostezza di Albert Nobbs si nasconde un segreto e un trauma adolescenziale che ha irrimediabilmente modificato la sua vita.
Una piccola speranza si insinua dopo l’incontro con Hubert, anche lui ha un segreto inconfessabile, ma invece di subire passivamente la sua attuale condizione ha trovato un modo per costruirsi una vita tutto sommato felice.

L’idea di base è molto divertente e interessante, e l’interpretazione di Glenn Close è strepitosa, ma la trama risulta fiacca, fino a perdersi del tutto con un finale scialbo.

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16 Agosto 2012 in Albert Nobbs

Buon dramma ottimamente interpretato e ben diretto da un regista proveniente dalla migliore tv. Un po’ noioso nella parte centrale ma si riprende alla grande con un finale toccante.

7 Agosto 2012 in Albert Nobbs

Un film alquanto noioso.
Glenn Close è incredibilmente brava a tal punto che quando indossa un vestito da donna ti risulta strano.
Ma la storia è veramente fiacca e lenta…
Molta fatica nel finirlo per poi non avere nulla che ti rimane…
Bocciato!

2 Giugno 2012 in Albert Nobbs

Il film sembra partire in maniera interessante, poi però dà l’impressione di non decollare mai e nella seconda parte si perde; alla fine non lascia molto oltre la grande interpretazione della Close, molto delicata, sobria e nel personaggio. Brava anche la McTeer.

24 Marzo 2012 in Albert Nobbs

Glenn Close brava nel ruolo di un uomo….ma il film è lento e la storia è molto molto fiacca….ed profondamente triste.

24 Marzo 2012 in Albert Nobbs

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La battuta del dottore in una delle sequenze finali del film rispecchia perfettamente la mia opinione: “Non so cosa spinga certe persone a trascorrere un’esistenza così misera” (cito a memoria, quindi senza precisione). Una donna che ,spinta dalla paura paura, decide di annullare completamente la propria femminilità rinunciando a tutto per vivere una vita fasulla e solitaria senza possibiltà di riscatto. Non mi sembra granché. E a nulla serve la sequenza finale per cancellare il senso di profondo pessimismo che traspare dalla pellicola. Mah…Capisco come la vita vera non abbia mai il lieto fine, ma in una storia così irrealistica come questa una conclusione positiva ci sarebbe anche stata bene…chissà…magari senza matrimonio con Helen, sì, ma con una (un?) Albert finalmente libera di essere sé stessa, di essere una donna (ammesso che sia davvero questa l’aspirazione di Albert, non è chiaro).
Inoltre non si riesce a comprendere bene se l’interesse di Albert per la giovane cameriera sia reale attrazione (e, nel caso, se sia nata per eccessiva immedesimazione nella parte maschile o se sia dovuta ad un’eventuale sua omosessualità) o semplice bisogno di normalità e compagnia.

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m forse è più corretto mezzo punto in meno / 22 Febbraio 2012 in Albert Nobbs

E’ un film “femminista” nel senso che è la donna e la sua condizione che sono il vero tema del film e senza un tema così forte i limiti della messa in scena sarebbero più evidenti. Mi ha ricordato smaccatamente Lontano dal Paradiso IL Film più femminista degli ultimi anni, ma girato da un vero poeta delle immagini: anche lì la differenza di censo e di genere sono gli elementi chiave per cui un uomo, benestante, può vivere la sua diversità, una donna no. E i protagonisti sarebbero stati due Albert e Hubert, il primo è un vergine (in senso non tecnico, ma vero) così scioccato dalle sue esperienze da vivere con una ossessione che gli mangia l’anima e la vita e che non ha la maturità emotiva per leggere il reale e staccarsene; il secondo è un personaggio maiuscolo che interpreta la condizione femminile con piena consapevolezza ed è la vera lesbica con tanto di affettività e passionalità compiuta.
Di Rodrigo Garcia credo di aver visto tutti i film, lui viene da Csi, i precedenti film erano tutti ad episodi e tutti hanno raccontato sempre e solo la donna, è come se lui non avesse altro che quell’interesse e lo trovo almeno particolare. Nei film ad episodi si stempera la poca ricercatezza registica, in questo film c’è una, piatta, narrazione di eventi e tipi, peccato. Ricordo solo la scena, doppia, delle lenzuola, metafora del sesso e della coppia, è lì che Ellen ha il primo approccio con il ragazzo, è lì che comincia il suo rapporto con Hubert.
Albert è asessuato, non è neppure un uomo (la violenza sessuale ha polverizzato la sua sessualità, credo sia la cosa più crudele narrata ed è la cosa più attuale), segue pedissequamente un tipo sociale e vi si conforma (con i desideri stereotipati, oggi diremmo consumistici, e ci trovo ancora di più il legame con Lontano dal paradiso), se c’è un altro tema del film è appunto la maschera, tutti ne hanno una, tutti la seguono, l’unico che se ne libera è il medico, cosa che non vedremo neppure. Se tutto ciò è molto ben radicato nell’epoca in cui si svolge il film, in cui convenzioni e classi sono rigide e definiscono il mondo, però il suo senso è valido anche nella nostra epoca direi: il mondo è maschio, il potere, la libertà, le regole, tutto è maschile, se vi si aggiunge la disparità economica lo stato di minorità della donna diventa insuperabile.
Le scene di vita domestica di Hubert sono state troppo poche per definirle bene, la coppia vive secondo regole etero, lei cucina, lui parla con l’amico, è vero che vivono in una gabbia di paura per cui il lavoro e la vita quotidiana li costringono a interpretare un personaggio sempre, però fra loro ci sono scene di dolcezza che non sono inquinate da altro. Scene simili sono dedicate alla camerierina all’inizio del suo idillio con il ragazzo, però poi lui da uomo si serve di lei in quanto femmina; scene dello stesso tenore ci sono fra Mary e il medico, lui fa godere lei, quindi le riconosce dignità soggettiva nell’intimità nascosta, ma le convenzioni sociali, alla luce del sole, li ricacciano in ruoli di padrone/serva, però il finale qui è differente e positivo.

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