Recensione su Agora

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6 Giugno 2013

Nel IV secolo d.C. Alessandria d’Egitto è il fulcro della ricerca scientifica, dove convivono cristiani, ebrei e pagani, tra i i quali la giovane Ipazia, studiosa accanita e insegnante di discipline scientifiche e filosofiche. Nel momento in cui i cristiani, guidati da un vescovo autoritario e violento, prendono in mano la città stessa, perseguitando ebrei e pagani, bruciando e distruggendo ogni fonte di conoscenza, Ipazia cerca di salvaguardare prima il sapere e poi sé stessa, ben consapevole del destino a cui andava incontro.

Essendo poco nota la storia, soprattutto perchè i cristiani sono dalla parte dei “cattivi” (che più cattivi non si può), attira molti occhi attorno a sé, crea interesse e coinvolgimento, ti stimola ad un dialogo che va dalla fede fino alla religione, ma… c’è un grosso e sonoro MA. Tutto è troppo patinato, troppo perfetto, tutti sono belli, puliti e lucidi, tanto da mettere in dubbio la veridicità della vicenda, cadendo nell’oblio di quei film “vorrei ma non posso distaccarmi dal colossal americano, macchina di soldi”, alla Troy e simili. Un gran peccato, Alejandro Amenabar !

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