Agnus Dei

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Agnus Dei

Polonia, 1945. Mathilde, giovane medico della Croce Rossa, raggiunge un convento, dove, nascoste agli occhi del mondo, vivono alcune suore che, dopo aver subito violenza da parte dei soldati sovietici, sono rimaste incinte.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Les Innocentes
Attori principali: Lou de Laâge, Agata Buzek, Agata Kulesza, Vincent Macaigne, Joanna Kulig, Eliza Rycembel, Katarzyna Dąbrowska, Anna Próchniak, Helena Sujecka, Mira Maludzińska, Dorota Kuduk, Klara Bielawka, Pascal Elso, Thomas Coumans, Leon Latan-Paszek, Joanna Fertacz, Zacharjasz Muszyński, Mariusz Jakus, Tomasz Sobczak, Sasza Reznikow, Denys Ivenov, Paweł Janyst, Aliaksandr Malchanau, Otar Saralidze, Artur Janusiak, Helena Norowicz, Karolina Zieleń, Ewa Trzewicarz, Małgorzata Paprocka, Marta Mazurek, Iwona Dombek-Rybczyńska, Dorota Zielińska, Aldona Jankowska, Barbara Sienkiewicz, Magdalena Gnatowska, Danuta Borsuk, Ewa Pałuska, Katarzyna Skolimowska, Maria Szadkowska, Hanna Wolicka, Anna Korzeniecka, Irena Telesz-Burczyk, Wiktoria Adamczyk, Franciszek Maziuk, Kryspin Kozłowski, Radosław Kowieszko, Fabian Zajączkowski, Julian Plewa, Konrad Dzierzkiewicz, Maciek Pawelczyk, Weronika Humaj, Karol Paluch, Kacper Leśniak, Marek Szukiełojc, Delfina Wilkońska, Andrzej Rydel, Mostra tutti

Regia: Anne Fontaine
Sceneggiatura/Autore: Alice Vial, Sabrina B. Karine
Colonna sonora: Grégoire Hetzel
Fotografia: Caroline Champetier
Costumi: Katarzyna Lewińska
Produttore: Eric Altmayer, Nicolas Altmayer
Produzione: Polonia, Francia
Genere: Drammatico
Durata: 115 minuti

Dove vedere in streaming Agnus Dei

Nodi complessi da sciogliere / 8 Novembre 2022 in Agnus Dei

Il film Agnus Dei di Anne Fontaine (che conoscevo per la commedia Il mio peggiore incubo! e il curioso dramma Gemma Bovary) intreccia nodi complessi da sciogliere legati alla sfera fideistica delle persone, ma non mantiene le proprie promesse drammatiche e drammaturgiche fino alla fine, poiché si risolve in un lieto fine, necessario per fare un po’ pace con un mondo che troppo spesso smarrisce la semplice idea di umanità, ma accomodante in maniera favolistica.

Nel corso della storia, si alternano personalità complesse (come quella della Madre Superiora) e questioni psicologiche, morali ed etiche complicatissime, a personaggi desolatamente lineari e prevedibili (come la stessa protagonista) e soluzioni narrative ingenue.

Nonostante i suoi difetti, comunque, Agnus Dei è un film che emoziona e turba e che, in definitiva, non può lasciare indifferenti, sia per la portata dei drammi che descrive che per le speranze che suggerisce.

Nota a latere: benché sia evocativo, il titolo italiano si allinea solo in parte con quello francese, Les innocentes, secondo me, più pertinente. Mentre Agnus Dei sembra riferito solo al frutto senza peccato e sacrificale del ventre di donna, Les innocentes prova a includere tutte le vittime incolpevoli (appunto) della vicenda raccontata (suore, neonati, orfani di guerra).

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Una sorella tira l’altra / 11 Dicembre 2016 in Agnus Dei

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Pertanto, è un film con le suore. Ci si immagini Whoopi Goldberg che canta Think (thinkthink), no ok, sto mescolando tutto; ecco, no. Tanto per iniziare non ci sono nigga ma solo polacchi diafani e tutt’al più francesi o russi sbronzi. Fine 1945, storia circa vera, nella Polonia da poco liberata si sta come si sta. E come vuoi che si stia, dimme**a, e fuori fa pure freddo ed è tutto bianco. Cielo, terra, tutto. Mathilde è medico in un ospedale francese, ricuciono la gente, cose così. Arriva una suora che la porta al suo convento. C’è una tizia da far partorire. Mathilde scopre così che in questo convento devono partorire tipo in 18 (no, ok, eran 7), perché durante la guerra ci passava chiunque e le stuprava tutte, repeatedly. Russi, tedeschi, Brunetta, saltimbanchi, chiunque. Ovviamente, le suore erano pronte a morire una per una, anzi, con quel che avevan dentro due per due, piuttosto che dirlo in giro. Per cui si avvicina a loro piano piano Mathilde, conquistando la loro fiducia e mentendo ai suoi superiori finché può, fedele all’ideale del salvare tutto/i. Forse un pelo eccessiva, perché è simpatica, intelligente, gnocca, imbronciata, salvagente, ganza, indipendente. E infatti pure finisce quasi a farsi stuprare dai russi, manca tanto così = poco. L’Agnus Dei del titolo, che in originale sarebbe una roba polon-franco-BELGA (allez les rouges) è riferito ai frugoletti nascituri, che appena nati vengono presi in consegna dalla badessa per portarli alle famiglie. Solo che, essendo una badessa very old style, li molla nella campagna, quella cosa bianca e informe e ghiacciata di cui si è detto su, a morire. E crede pure di aver fatto la cosa giusta! Ma intanto morirà di sifilide, e lo spettatore non può che concordare: “ben le sta”. Di debole ci sono il necessario trombamico medico jew della protagonista, che può fare battute da jew amaro tipo — no dai questa non la scrivo — e dire alle suore “Sì sono jew, embè? Posso salvarvi la vita o no?” e il finale allegrotto in cui tutto si risolve fin troppo per lo splendido, e sta pure arrivando la primavera. Di forte c’è Maria, la suora best friend di Mathilde, polacca all’inverosimile nei lineamenti e negli occhi, e finiscono le due per comprendersi e accettare le motivazioni, religiose anzichenò, l’una dell’altra. E la coralità di un film praticamente di solo donne (e anche fatto da sole donne), che nell’ambiente altero ed altro del convento, tra sempiterne zuppe di rapa e inni cantati, insieme percorrono un tunnel, che è una rinascita, e a volte riesce ma a volte no, per superare tutto questo dolore e schifo che la guerra mette quaggiù.

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