Recensione su After.Life

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6 Giugno 2013

Anna Taylor, giovane insegnante incapace di dialogare con il fidanzato Paul, dopo un incidente automobilistico, si risveglia stesa sul lettino del’agenzia funebre di Eliot Deacon, impresario meticoloso e attento, con il dono di parlare ai morti che prepara, quasi da aiutarli fisicamente e psicologicamente nel trapasso.

Il film affronta la difficile e complicata tematica della vita e della morte, dell’amore e dell’odio, affetti e occasioni mancate, rimpianti e voglia di seconde occasioni, grazie a una narrazione sempre in bilico, che confonde, pone interrogativi e che porta lo spettatore a chiedersi in continuazione cosa accadrà e se è davvero un lavoro sul trapasso delle vittime o solo un gioco malato di un uomo che fa credere alle persone di essere morte.

Un horror dalle tinte fosche e funeree, che soddisfa, inquieta e fa riflettere, una buona opera prima della regista Agnieszka Wojtowicz-Vosloo, che gioca sulla linea dell’incertezza e del non svelato, che ritroviamo su certi film di M. Night Shyamalan, rafforzata dalla potenza dei dialoghi tra i protagonisti Christina Ricci e Liam Neeson, che qui troviamo inquietante ed enigmatico, come probabilmente non si era ancora visto.

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