14 Dicembre 2012
Film della categoria “ma come, non l’hai visto?” che quando me lo chiedono mi da sempre un po’ fastidio. Ok, ci stava, ci sta, è meglio averlo visto. Dapprincipio i personaggi sono sparpagliati, ma quello principale è Jude, lavoratore portuale di Liverpool, con buffissimo accento anche di Liverpool, che negli anni ’60 molla tutto e va in America alla ricerca del padre. Ma non è il padre il punto, il punto è che lui finisce negli ambienti universitari e pacifisti sessantottini, conosce artisti, droghe, hippie e psichedelie varie, l’amore, la sofferenza ecc. Ne viene fuori una sorta di epopea di quel decennio, in cui ca**o se ne son successe di cose, il tutto, ed è la peculiarità del film, costruito a guisa di musical e sui pezzi dei Beatles, in certi punti riarrangiati per farli combaciare alla storia dei personaggi. A me ha colpito forse un po’ più del resto lo Zio Sam che esce dai manifesti per prenderti. Insomma, non è un caso che lui si chiami Jude (Hey Jude!) e così via. Il risultato è potente e prepotente, e spazza via come un fiume le obiezioni alla debolezza della trama lasciando una vaga malinconia per non aver visto un tempo che doveva essere una figata e in cui gli ideali valevano qualcosa (e si scopava tutti con tutti?). Poi se anche ti piacciono assai i Beatles il gioco è fatto.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.