9 Marzo 2013
Ho visto ACAB subito dopo aver visto Diaz e, di conseguenza, l’ho trovato un po’ banale e sempliciotto. Di per se è coinvolgente e tocca un argomento critico e “caldo” italiano però manca qualcosa. Entrano in scena anche le vite private dei protagonisti, tre poliziotti della celere di Roma, quasi – a tratti – a fare da giustificazione al comportamento, inevitabilmente brutale, che questi hanno sul lavoro. Entrano ogni tanto riflessioni dei tre sulla violenza che usano quotidinamente – c’è tra l’altro un accenno proprio all’irruzione alla Diaz, decontestualizzata e che poteva anche benissimo non esserci – che ti fa pensare ad un fondo di coscienza che si ribella. Ma alla fine il film rimane asettico, quasi documentaristico, con un finale buonista che lascia perplessi, anzichè speranzosi come forse la regia auspicava. Mah… Se volete un film vero sul tema polizia e violenza scegliete “Diaz”, senza alcun dubbio.
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