ottimo / 20 Aprile 2020 in A.C.A.B.: All Cops Are Bastards
gran bel film, Sollima uno scorcio di luce nel buio pesto del cinema italiano.

Negro, Mazinga e Cobra sono tre poliziotti appartenenti ad una struttura operativa del Reparto Mobile che non disdegnano l'uso della violenza per respingere gli attacchi dei manifestanti.
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: ACAB : All Cops Are Bastards
Attori principali: Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro, Marco Giallini, Andrea Sartoretti, Domenico Diele, Roberta Spagnuolo, Eugenio Mastrandrea, Eradis Josende Oberto, Carlo Marino Altomonte, Riccardo Angelini, Alessandra Antinori, Livio Beshir, Stefania Bogo, Antonio Brundu, Sebastiano Colla, Fabio De Caro, Paolo Giovannucci, Hope Johns, Balkissa Souley Maiga, Giorgio Marchesi, Gabriele Mira Rossi, Roberto Negri, Nick Nicolosi, Fiodor Passeo, Lucio Patané, Stefano Patti, Lucrezia Piaggio, Francesco Prando, Alessandro Procoli, Marco Rea, Alessandro Sanguigni, Giulia Smaldone, Souleymane Sow, Josafat Vagni, Faustino Vargas Morales, Ilir Jacellari, Mostra tutti
Regia: Stefano Sollima
Sceneggiatura/Autore: Daniele Cesarano, Barbara Petronio, Leonardo Valenti
Colonna sonora: Mokadelic
Fotografia: Paolo Carnera
Costumi: Veronica Fragola
Produttore: Marco Chimenz, Giovanni Stabilini, Riccardo Tozzi, Matteo De Laurentiis
Produzione: Italia, Francia
Genere: Drammatico
Durata: 105 minuti
gran bel film, Sollima uno scorcio di luce nel buio pesto del cinema italiano.
L’opera prima di Sollima è il racconto di un’Italia divisa inequivocabilmente in due.
Da un lato c’è un mondo fatto di apparenze e utopie, dall’altro la dura realtà quotidiana. La “linea di divisione” è la mancanza di Giustizia Sociale.
In ACAB tutti sono alla ricerca di Giustizia.
Dal giovane poliziotto Adriano Costantini (il tristemente famoso , ai più per la cronaca giudiziaria , Domenico Diele), ragazzo della periferia disagiata romana, ardente “vendetta” dopo lo sfratto impostogli dal Comune di Roma nonostante il regolare alloggio popolare (..occupato) a cui lui e la madre avrebbero diritto, al Cobra (Favino al top!) , un capo-reparto fascista “fino al midollo” , desideroso di “appagare” la sua fame idealistica mediante “manganello e olio di ricino”, passando per il Negro (eccellente Filippo Nigro), padre e marito separato che , conscio di aver perso l’unica cosa a cui teneva realmente , non esita a sfogare la sua “frustrazione” mediante l’onnipotenza della violenza, o Mazinga (sottotono Giallini), dei quattro il più coscienzioso e stanco delle lotte continue, alla ricerca di equilibrio nella sua famiglia “rotta” dalle diseguaglianze sociali.
Sarà però il giovane poliziotto il fulcro nevralgico della riflessione di Sollima: infatti, una volta scoperto che la Giustizia non risiede nella “divisa”, sarà proprio lui a porgere la domanda cardine allo spettatore: la giustizia esiste? e qualora esista è uguale per tutti?
Il figlio del compianto Sergio lascia quindi la decisione allo spettatore, facendo , forse, la scelta più giusta nell’affrontare un tema di così complessa portata.
Film a suo modo coraggioso, ma che mi è parso troppo didascalico e impegnato, suo malgrado, nel giustificare tutto e tutti. Comprendo la difficile posizione “sociale” e morale della pellicola e del regista, ma sono rimasta perplessa. Diversamente da quanto accade in altri lavori di Sollima, per esempio, l’ambiguità dei personaggi è meno cesellata, nonostante alcuni di loro siano profondamente ambivalenti (Cobra su tutti, ovviamente).
Ottimo Favino (nota da fan di Romanzo criminale: il Libanese del film incontra er Bufalo della serie!), bravi gli altri attori.
Il film, per quel che mi riguarda, ha comunque raggiunto un obiettivo preciso: dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, anche alla luce di quello che sta accadendo in questi giorni (vedi, scontri polizia-operai), che l’Italia, attualmente, non è una Repubblica fondata sul lavoro, ma sulla guerra tra poveri.
Basato sull’omonimo romanzo, un’opera ben fatta, di grande intensità con intreccio narrativo ben costruito e denso di violenza fisica e morale. Per i poliziotti non c’è condanna né assoluzione.
A parte il dialetto romano che non sopporto davvero più,per il resto ho trovato questo film davvero ben fatto. Gli attori sono molto bravi e mi è piaciuta anche la regia. Molto ben confezionato aiuta a capire che la ragione non sta mai completamente dalla stessa parte.
All cops are bastards ma anche i tifosi non sono da meno!