11 Recensioni su

Solo: A Star Wars Story

/ 20186.5180 voti

Meglio della nuova trilogia, di gran lunga / 22 Aprile 2019 in Solo: A Star Wars Story

lo ho apprezzato MOLTISSIMO. Un bel ritorno nelle sale del vecchio spirito made in Lucasfilm

Carino, ma…. / 25 Novembre 2018 in Solo: A Star Wars Story

Ok, per fli amanti di Star Wars potrebbe essere una delusione, ma ioxi ho visto molto del mondo di Lucas.
Ambientazioni, inseguimenti, guerre e lotte hanno il gusto dell’originale, ma perdono suspence, la storia è abbastanza prevedibile nonostante i vari schieramenti dei buoni/cattivi.
Ma è comunque un bel film, affascinante, ritmico e divertente.
Non aspettatevi troppo e non resterete delusi.
Non ho visto ancora “Rogue One” perchè questi spin-off sono noiosi ma almeno questo non lo era.
Un 6,5 ci sta.

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Forse un po’ troppo leggero / 5 Ottobre 2018 in Solo: A Star Wars Story

Film leggero – forse un po’ troppo – dalla trama spesso improbabile («Com’è piccola la Galassia!» avrebbero potuto esclamare a un certo punto due personaggi) e quasi sempre prevedibile (l’unica sorpresa è data dalla rivelazione della vera identità di un certo feroce predone), ma nel complesso gradevole, a differenza di qualche altro episodio recente della saga. Alden Ehrenreich si cimenta nel compito impossibile di confrontarsi con lo Harrison Ford dei capitoli originali; Emilia Clarke riesce a rendere bene i molteplici lati del proprio personaggio; Phoebe Waller-Bridge dà voce (nell’originale) al personaggio più riuscito, il droide L3-37.

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Solo : ora con spoiler. / 7 Giugno 2018 in Solo: A Star Wars Story

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Solo
Ora con spoiler.
Quindi se non avete visto il film girate la testolina verso la finestra perché potreste scoprire cose che meglio di no fidatevi, ma tornate a film visto mi raccomando.

Venerdì scorso ho visto Solo, del regista Ron Howard. Il protagonista del film è un giovane Han, un ragazzo che sopravvive come può (cioè rubando) a una quotidianità fatta di miseria. L’intro del film sembra uscita dal miglior Frankenheimer, sapientemente diretta da Ron Howard che infila un inseguimento girato come Rush. Sin dai primi minuti la contaminazione dei generi è abbastanza evidente, sebbene Solo resti un film di guerre stellari. Questo va detto, ma poi tanto ci torno per bene. L’inseguimento piazzato su Corelia, un buco di c**o in una galassia lontana, potrebbe essere benissimo ambientato a Capena o in una periferia di una grande città qualsiasi e questa cosa mi è piaciuta tantissimo. Ora, il film è ambientato agli albori dell”Impero Galattico con i Sindacati del Crimine che spadroneggiano attraverso il contrabbando di profughi, schiavi e preziosissimo carburante; dove l’Impero appoggia tutto e anzi sfrutta la situazione a suo vantaggio. Han e la sua amata Qi’ra vogliono però un posticino dove poter amarsi senza troppi cazzi nel c**o ma il loro amore viene stritolato dalla Signora del Crimine Lady Proxima. Quindi niente Han si arruola e finisce a combattere per l’Impero in un pianeta da conquistare, un pianeta trasformato in trincea. Altra contaminazione di generi.
Dalla fantascienza si passa alla Prima guerra mondiale, con Woody Harrelson nella parte di Tobias Beckett che si muove nelle trincee uguale uguale a Kirk Douglas in Orizzonti di Gloria. Inquadrato con un mezzo busto molto simile.
Han accusato di diserzione viene dato in pasto a una “bestia” che poi si rivela essere Chewbecca versione punkabbestia ma presto fanno amicizia e allora fuggono dal pianeta in guerra. Albori dell’Impero e albori di un’amicizia. Il film continua con Han e Chewbacca impegnati in una missione western, un assalto al treno in una sequenza fantastica. Qualcuno ci rimette la vita e la missione fallisce. La prima parte del film è semplicemente un capolavoro, ritmi serrati, tanta azione, montaggio veloce, inquadrature strette alla Sergio Leone, sparatorie, assalti al treno e tante cose. Tutto molto bello, ma veniamo anche ai difetti del film.
Solo a me è piaciuto, mi è piaciuto come è stato caratterizzato il personaggio del giovane Han. Vista l’eta arrogante e ca**one, un Han che non ha ancora capito l’importanza di far parte di un gruppo e di aiutare per il bene comune anche se il tarlo gli è stato messo (nel finale). Solo è un buonissimo prodotto e vi consiglio di recuperarlo, ma anche un prodotto con delle incongruenze.

Nella seconda parte si allunga il brodo un po’ troppo, Solo è un film dalla durata di due ore e venti e forse un taglio di venti minuti (se non trenta) avrebbe giovato. Dopo il fallimento dell’assalto al treno c’è un’altra missione sempre con lo stesso tema di fondo: rubare il coassio grezzo dalle miniere di Kessel e portarlo a una raffineria poi. Fra alti e bassi questa parte l’ho adorata e odiata perché: Han ritrova Qi’ra, diventata luogotenente del boss
Vos, dopo tre anni; ci sono Lando Calrissian e il suo fedele droide L3-37 (una specie di Spartacus robotico, altra strizzata d’occhio a Stanlio) ma soprattutto compare il Millennium Falcon. Fra alti e bassi perché sebbene abbia amato lo spirito libero di L3-37 c’è tutta la scena della fuga dal pianeta, mentre i contenitori si stanno surriscaldando con rischio di esplodere, che m’ha fracassato i cogli**i. Per scappare da Kessel, dopo la fichissima rivoluzione di schiavi, Han Solo scappa per un corridoio strettissimo fuori dalla normale rotta, che solitamente misura 20 parsec, e in questo modo accorciandola (rimando a una battuta della vecchia trilogia, se non ricordo male). Ma nella fuga attraverso l’iperspazio c’è un mostro polipo fatto male male e non so perché sia stato messo. Forse è una strizzata d’occhio ai film di Corman, regista con cui Howard collaborò anni fa, ma a questo punto allora mettimi un modellino e io sono contento. Ma torniamo un attimo indietro, la prima parte del film si conclude con un fallimento e un paio di morti no?

Ma attenzione
SPOILERONE GUARDATE ALLA FINESTRAAAA
I predatori che accoppano la moglie di Beckett alla fine sono buoni, la morte della donna quindi è un “danno collaterale” (con tante virgolette) ma Beckett la prende un po’ troppo con tranquillità. Abbiamo “quel tipo di finale lì eh” ma, dal momento in cui hanno ferito mortalmente il tuo pilota preferito e tua moglie si è fatta esploder pur di far andare a buon fine una missione che poi fa fallire Han, almeno un altro buco da cui cagare io glielo avrei fatto al nano predone. Grossa incongruenza, non trovate?

Infine c’è il combattimento lunghissimo nelle stanze del boss dell’Alba Cremisi dove tra l’altro compare anche un teschio di cristallo (un giorno curerò uno speciale complottistico dedicato alle affinità fra Indiana Jones e Star Wars su Questa Sera Niente Popcorn e vi spiego tutto), tre colpi di scena che si susseguono uno vicino l’altro… forse si erano resi conto che si erano presi un po’ troppo tempo per dire quello che volevano dire e avevano finito il tempo a disposizione.

Però il Triello finale <3 DonMax

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Solo: A (Non) Star Wars Story / 31 Maggio 2018 in Solo: A Star Wars Story

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sin dal principio questo film non si dà un’identità.
Rogue One aveva azzeccato la partenza, senza lo scroll di sinossi tipico della galassia lontana lontana, qui invece Ron Howard sceglie una via di mezzo, due frasi messe li che, nel pieno contesto dell’intero film, alla fine valgono davvero poco.
Il giovane Han e la sua compagna Qi’Ra riescono ad ottenere una piccola quantità di coassio, abbastanza da poter corrompere una guarda imperiale e sfuggire dal proprio pianeta, ma le cose vanno storte e la ragazza rimane prigioniera, mentre Han la guarda venir portata via dall’altra parte della barricata. Così decide di arruolarsi per l’impero (SAY WHAAAAT?) per diventare pilota, ma non è la cosa più sbalorditiva: il suo cognome, Solo, viene scelto dal tizio dell’accettazione, deciso così su due piedi.
Ora, io non ho letto tutti i romanzi e guardato tutte le serie animate, ma mi riesce davvero difficile accettare questa cosa.
Bando alle ciance, sul fronte stile prima guerra mondiale Han fa la conoscenza di Beckett, un finto ufficiale dell’impero che vuole rubare un trasportatore per una rapina.
Han si fa arrestare, e così conosce Chewbacca: la “bestia” vuole dapprima ucciderlo, ma Han parla un po’ della sua lingua e lo convince ad evadere: simpatico.
I due corrono e riescono a raggiungere Beckett e la sua combriccola, diretti ad un treno merci pieno di coassio, materiale che Beckett deve rubare per conto di Dryden Vos. Le cose vanno male, il gruppo non riesce nell’intento e tornano da Vos a mani vuote.
Qui, Han ritrova Qi’Ra, che nel frattempo è diventata il braccio destro del super-cattivo.
Come risarcimento, il gruppo deve a Vos del coassio e l’unico posto dove si può trovare senza incappare nell’impero è Kessel, ma serve una nave abbastanza veloce poichè il coassio non raffinato tende ad esplodere.
E chi ha una nave veloce? Lando Carlissian, conoscente di Qi’Ra.
Han lo sfida a carte convinto di vincere, mettendo in palio la nave.
Le cose non vanno bene (di nuovo?!) ma alla fine riescono a partire, accompagnati da Lando e L3, un droide sindacalista.
Su Kessel riescono a raggiungere il coassio, ma fuggendo le cose non vanno bene (e c’abbiamo fatto il callo) così Han è costretto all’impossibile: tracciare una nuova rotta e sfuggire dall’impero. Ma la nave è attirata da un buco gravitazionale, così Beckett inserisce una piccola goccia di coassio nel reattore, e in pieno stile Nos di fast & furious si scappa via e si fa la rotta di Kessel un quarto di miglio alla volta ehm cioè volevo dire, in 12 parsec (e ce ne vogliono almeno 20, dice Lando).
Arrivati a destinazione, il finale del film. Piuttosto convulso, piuttosto confuso, ribaltamenti di fronte quasi non necessari e tradimenti a go-go.
Per non parlare del cammeo di…lo volete sapere? è uno spoiler bello grosso. Va bene, ve lo dico: Darth Moul. Che non è morto. O meglio, lo sarà, sempre per mano di Obi-Wan. Ma non è morto nell’episodio 1. E tocca vedere la serie animata per scoprirlo.
Insomma, questo film è un grosso pastrocchio messo li per teasare una trilogia su Han Solo, un film delle origini che spiega più o meno tutto quello che c’è da sapere su Han: come ha conosciuto Lando, come ha preso il Falcon, come ha fatto la rotta di Kessel in 12 parsec, come ha conosciuto Chewbacca, come è arrivato su Tattooine. E però non dice molto altro: lasciando intendere che ci saranno dei seguiti, più o meno voluti, più o meno attesi.
Alden Ehrenreich riesce nell’arduo compito di dipingere un giovane Han che è diverso da quello che conosciamo, e tutto sommato fa un buon lavoro.
Donald Glover è un ottimo Lando Carlissian, forse quello perfetto.
Gli altri attori fanno il loro compito, senza grossi picchi d’entusiasmo.
In sè il film non è da buttar via, è abbastanza piacevole e spensierato, ma non è un vero film di Star Wars, almeno per come la vedo io. Rogue One era stata un’altra cosa, di un altro pianeta. Gli spin-off sembravano su una buona strada, questo di Han potrebbe portare la Disney a rivedere le sue aspettative, cercando di lavorare meglio sui prossimi e magari senza distruggere un progetto in corso e cambiandolo strada facendo.
In conclusione, Solo: A Star Wars story è un buon film, a tratti divertente, con un’ottima parte centrale su Kessel che è l’apice del film. Poi si perde un po’, ma non è tutto da buttar via.
Il cast è buono, diamogli una seconda chance. Perchè credetemi, ci sarà.

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Non è star wars / 31 Maggio 2018 in Solo: A Star Wars Story

Tutto mi è sembrato tranne Star Wars (a partire dal pessimo inizio… star wars senza l’intro di star wars… è come i tortelli di zucca senza la zucca!!) questi spin-off mi stanno proprio deludendo.
Comunque rimane un filmettino piacevole per passare 2 orette allegramente, storia tutto sommato interessante con qualche colpo di scena classicamente clichè (si potrà dire? O.o).
Ci siamo tolti lo sfizio di sapere come Han ha conosciuto Chewie e Lando e ci siamo tolti lo sfizio di vedere Haymitch in Star Wars (pardon.. l’attore che interpretava Haymitch in Hunger Games..)

Un appunto per chi non ha intenzione di leggere libri o vedere serie animate.. scusate tanto ma Han Solo è poco più grande di Luke.. Ergo come cavolo fa Darth Maul ad essere ancora vivo??? E’ stato ucciso quando Anakin era un bambino! Per me questo è un errore, poi se vogliono raccontarmela su facendo coincidere (e come? con la Delorean?) gli anni…

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Serie TV al Cinema / 29 Maggio 2018 in Solo: A Star Wars Story

Ricky Cunningam rimette insieme i cocci nella febbre da bignami e non indenne per altro da scivoloni nel primo atto, ma alla fine il nostro, nel turbinio nostalgico e molto geek, porta a casa sorprendentemente la pagnotta spianando anche la strada ad un possibile contatto con la saga cardine, in questo parossismo che è più televisione che cinema ormai.

Una nuova speranza / 29 Maggio 2018 in Solo: A Star Wars Story

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Dopo la deludente esperienza che ho vissuto con episodio VII e, al peggio non c’è mai fine, con episodio VIII, finalmente posso affermare che, a salvare una buona fetta di appassionati di Guerre Stellari, della quale faccio parte, ci stanno pensando gli spin off !
Deo gratias !
Insomma, Rogue One a parte, dove la storia è, però ma per fortuna, se non propriamente scritta nero su bianco, ben agganciata ai suoi binari narrativi imposti dal sig. Lucas, è arrivato Solo, ultima, originale, pellicola marchiata Topolinoland (tremate!) !

Cosa posso dire ? Così su due piedi, subito e senza fronzoli: che è una splendida avventura, dal suo inizio alla sua fine.

Sono felice che si sia finalmente tornati a viaggiare e ad esplorare pianeti e galassie…alla ricerca di crediti, ovviamente, perché Solo è un fuorilegge, un giovane sbarbatello (leggasi “sbabbatello”) in cerca di miglior sorte, sfuggito ad un destino segnato dalla miseria, che vive in prima persona e fa vivere allo spettatore un sali e scendi vorticoso, tra stelle, duelli, pericoli e nuove sfide, senza che ci siano grosse ragioni per farlo (quale migliore cosa può accadere ad un uomo?). Pochi pretesti, semplici forse, ma efficaci !
D’altronde, Han non è un Jedi, non deve salvare il mondo, non è l’eletto né, tantomeno, un idealista. Stringendo all’osso, gli servono soldi per fare quello che deve fare, proprio come a molti di noi.

Mr. Solo tira a campare e proprio come un avvocato in Italia nel 2018: lavora gratis, si arruola nell’Impero, combatte una battaglia su un pianeta sconosciuto, diserta, fugge e si unisce a delle vecchie canaglie come lui per assaltare un treno in corsa e usare la relativa refurtiva. È uno spirito libero, non fa mai quello che gli si dice di fare, accetta i rischi e le cose gli vanno bene, i suoi dadi fanno sempre doppio 6 e non rilascia la fattura.
Insomma, un mucchio di guai !

Facendo vagamente i seri, la narrazione è frenetica, sostenuta, devo dire, da una bellissima fotografia che mette in risalto, città decadenti, bassifondi decadenti, deserti decadenti e montagne innevate decadenti, spiagge assolate e mare (che siamo a giugno quasi), vecchie bische decadenti, impianti industriali decadenti e avamposti imperiali pronti a muovere per guadagnare sempre più terreno nell’universo.
Tanti gli altri elementi che richiamano, senza forzature, i vecchi film di Lucas, qualche perla qua e là per aguzzare l’occhio del fan.
Tutta la struttura, poi, è solida e, fortunatamente, ha un senso logico, tale da conferire ai personaggi il giusto ritmo per muoversi al suo interno senza che questo sembri assurdo e privo di raziocinio, il che, di questi tempi, non è poco.

Questi ultimi sono, a loro modo, tutti interessanti, prima di tutto perché sono mafiosi, ladri, traditori, accoltellatori, miserabili, feccia dell’universo, traditori, giocatori d’azzardo, e poi anche perché sono stati, a mio modo di vedere, selezionati minuziosamente, al punto da richiamare quelle figure di attori della serie classica, dove Mark Hamill e Carrie Fisher non erano certamente degli Anthony Hopkins o delle Meryl Streep.
Ron Howard ci ha saputo fare con la regia e il casting ha fatto un ottimo lavoro con la scelta degli attori.
Prendiamone qualcuno, se non tutti: Emilia Clarke, nonostante la monoespressione e la rigidità, che a qualcuno possono dar fastidio ma a me non sempre, mi è parsa più credibile di quanto mi aspettassi. In fondo, dipende un po’ dal ruolo che interpreti, il corollario: “ha un viso d’angelo, è inespressivo, anzi ha due espressioni: una col sigaro e una senza”, funziona sempre (la battuta del sigaro è riferita a Clint Eastwood non ad Emilia Clarke) !

Passiamo a Woody Harrelson, che interpreta un pistolero/truffaldino/avventurieroechipiùnehapiùnemetta, pure lui non propriamente istrionico, ma adeguato al compito assegnatogli. Credo davvero che abbia dato parecchio spessore a tutte le scene che ha girato. Sarà, ripeto, che si è dato un taglio “vecchio West” a tutto il film e servivano facce da tagliatori di gola monoespressivi, ma con la stessa simpatia di Silvio Berlusconi…
Donald Glover, semplicemente mitico, con baffo, mantello e camicia a fantasia che mi diventa lo Snoop Dog della galassia, Lando Calrissian.
Paul Bettany, ci voleva qualcuno in gamba in quel ruolo, e menomale che non ce ne hanno messo un altro ed, infine, dulcis in fundo: Alden Ehrenreich, monoespressivo (ce l’ho aggiunto un po’ per coerenza), classe 1989.
Alden Ehrenreich è un giovane Han Solo che ha saputo entrare perfettamente nei suoi panni: mai caricaturale, non scimmiotta Harrison Ford, lo imita seriamente il tanto che basta, riesce a non apparire mai ridicolo se non quando il momento lo richiede, impresa niente affatto facile se reciti in un film Disney.

Veniamo alla storia. C’era da superare il trauma di Episodio VIII e l’incredibile capacità di non raccontare niente per tutta la sua durata, che aveva spento lo spirto guerrier di tutti gli avvocati italiani e non solo, ma la famiglia Kasdan insieme a Ron Howard, avveduto, scaltro ed anni 80/90 come non mai, ci sono riusciti: hanno scritto una storia che ha un senso, un bel senso. Non avevo grosse aspettative su Solo A Star Wars Story, ma sono uscito dalla sala davvero contento di quello che avevo appena finito di vedere. Non si urla al capolavoro, ma si intravede, neanche troppo lontano lontano, la favola che è Guerre Stellari, quel bel racconto per ragazzi che riesce ancora a divertire, o che almeno con me è riuscito a fare.

P.s. la scena della battaglia di Mimban è molto bella e le divise dei soldati imperiali fantastiche, davvero degne di nota. Quantomeno approfondiscono un attimo l’universo di Guerre Stellari, che sembrava essere scomparso dai radar.
p.p.s. Non ci sono Mary Poppins redivive in questo film, le battutine disneyane chemmobbastaveramenteperò, sono pochissime e ben dosate, ma mai fastidiose.

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Il voto sarebbe un 7.5 / 28 Maggio 2018 in Solo: A Star Wars Story

Spinoff della saga di Star Wars, per non fare stare troppo in astinenza i fan in attesa del Nono Capitolo della Saga. Questo episodio, a sè stante, racconta la gioventù di Han Solo.
All’inizio dell’Impero Galattico, molti sistemi della Galassia sono “governati” dai Sindacati del Crimine; in uno di questi pianeti, Corellia, il giovane Han Solo (Alden Ehrenreich) cerca di comprarsi la libertà per sè e la sua amata Qi’ra (Emilia Clarke).
Altro splendido capitolo della Saga di Star Wars con azione, ironia e qualche collegamento alla serie Principale; inoltre il personaggio di Han Solo già da giovane mantiene la coerenza con quello conosciuto nel primo (quarto) Guerre Stellari.
Conosciamo così l’origine del suo nome, come ha conosciuto Chewbecca (primo incontro non proprio amichevole), di come è entrato in possesso del Millenium Falcon.
Splendide le sequenze d’azione in particolare quella del furto al treno che ricorda gli assalti ai treni dei film western anche se in ambito fantascientifico.
Il droide L3 suscita emozioni contrastanti; a tratti irritante ma si ammira il suo spirito quasi da sindacalista, difendendo i diritti degli altri robot e liberandoli appena ha un occasione.
Nel resto del cast da citare Woody Harrelson nei panni del “socio” di Han, Tobias Beckett; Donald Glover è Lando (precedente proprietario del Millenium Falcon), Thandie Newton è Val, compagna di Tobias (sia nella vita che nel “lavoro”), Paul Bettany è Dryden Vos, il capo dell’Alba Cremisi (uno dei Sindacati del Crimine).

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Niente di che / 27 Maggio 2018 in Solo: A Star Wars Story

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Non brutto e non bello, niente di interessante.
Ma Darth Maul alla fine? sopravvissuto benchè tagliato in due in episodio uno? fan service in quanto il personaggio piaceva, tutto qui o sbaglio?

HAN o IAN??? / 25 Maggio 2018 in Solo: A Star Wars Story

La saga continua…
Questa ennesima puntata vede come protagonista HAN/IAN SOLO, le sue origini e come ha vinto il MILLENNUM.
Ma come trama purtroppo rimane un po’ piatto. Non decolla mai. Non esci dal cinema entusiasta. Storia carina ma non necessaria.
Poi la domanda, che trovo però non risolta come riguardo il suo nome (Ian o Han???… MAH…) è dove vogliamo collocarlo questo film nella completezza della storia. Ho cercato e vedo molta confusione.
Visti certi personaggi che si incontrano sicuramente tra i primi della nuova serie. Ho etto invece (cosa per me sbagliatissima) posizionarlo prima di Star Wars Episodio IV – Una nuova Speranza… Ma impossibile… Per ovvi motivi…
Beh dai, non aggiungo altro.
Per chi li ha visti tutti non si può perdere.
Ma la sufficienza la prende molto striminzita.
Ad maiora!

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