A Single Man

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A Single Man

1962. California. George Falconer è uno stimato professore universitario, dallo stile di vita elegante e impeccabile. Un giorno, di punto in bianco, riceve la notizia della morte del suo compagno Jim, con cui viveva da oltre 16 anni. Il suo mondo esteriormente garbato e perfetto, rischia di andare in pezzi, preda ormai delle pulsioni passionali legate al dolore della perdita e all'amore intenso che provava per Jim. George compierà così un complesso viaggio nelle profondità dei propri sentimenti, mettendo in discussione il senso stesso di esistere. A parte le numerose nomination il film ha vinto il premio Queer Lion e quello per la migliore interpretazione maschile a Venezia 2009, il premio British Academy 2010 per il miglior attore protagonista e altri.
wigelinda ha scritto questa trama

Titolo Originale: A Single Man
Attori principali: Colin Firth, Julianne Moore, Nicholas Hoult, Matthew Goode, Jon Kortajarena, Paulette Lamori, Ryan Simpkins, Ginnifer Goodwin, Teddy Sears, Paul Butler, Aaron Sanders, Aline Weber, Keri Lynn Pratt, Jenna Gavigan, Alicia Carr, Lee Pace, Adam Shapiro, Ridge Canipe, Elisabeth Harnois, Erin Daniels, Marlene Martinez, Nicole Steinwedell, Tricia Munford, Jon Hamm, Melissa Goodwin Shepherd, Mostra tutti

Regia: Tom Ford
Sceneggiatura/Autore: Tom Ford, David Scearce
Colonna sonora: Abel Korzeniowski
Fotografia: Eduard Grau
Costumi: Arianne Phillips, Jonny Pray
Produttore: Tom Ford, Robert Salerno, Chris Weitz, Andrew Miano
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Romantico
Durata: 97 minuti

Dove vedere in streaming A Single Man

7+ / 18 Maggio 2013 in A Single Man

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Film elegante, curato nelle scenografie, nelle inquadrature, nei colori e nei dettagli; attori dalla recitazione assolutamente raffinata come Colin Firth (che adoro) e Julianne Moore ed una dignitosa (ma insipida) performance del bambino cresciuto del film “About a boy”. Godibili le scene della disperazione di George, altrettanto quella della grottesca difficoltà negli atti preparatori al suicidio e del ballo liberatorio con l’amica. Concordo del tutto con quelli che scrivono che il tema dell’omosessualità, ed in generale della diversità invisibile, è affrontato con classe, amalgamandosi con quello della solitudine, del sentirsi inutili, fragili, perché disperatamente incompleti.
In realtà, però, a mio modesto parere quel senso di incompletezza che avvertono i personaggi viene trasferito involontariamente al film (non è una colpa) il cui svolgersi e svilupparsi pare teso al sopraggiungere di un un certo nonsochè, che non arriva mai, per questo mi ha un po’ deluso.
L’ho trovato troppo lento ed infruttuosamente speculativo (in senso filosofico) nella prima metà del film, quasi sbrigativo nel finale, seppur volutamente di impatto. Si assiste a scene anche noiose, come la ripetuta (e metaforica?) nuotata del protagonista nudo, che contrariamente -probabilmente- ai fini del regista, suscita solo valutazioni sull’insospettabile fisicaccio asciutto di Firth.
Peccato, per questo non riesco a dare più di un 7+

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27 Gennaio 2013 in A Single Man

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il romanzo di Isherwood da cui è tratto il film mi aveva lasciata abbastanza indifferente: forse, ne avevo sentito in precedenza lodi troppo sperticate. La pellicola di Ford mi ha fatto lo stesso effetto.

Che la cosa fosse voluta o meno, poi, Ford (anche sceneggiatore) è riuscito a trasformare il momento del tentato suicidio del protagonista (è meglio spararsi seduti su un cuscino, in piedi dentro la doccia o infilati in un sacco a pelo?) in un siparietto quasi grottesco, senza che il racconto avesse mai sfiorato, prima o dopo, toni simili. Il che mi fa supporre che l’esito “emozionale” della sequenza non dovesse essere quello. Tant’è…

L’eleganza compiaciuta delle scenografie ed una fotografia patinata, desaturata, virata specificamente su determinate sfumature, diverse a seconda dell’ambiente in cui George si muove (legno, tessuti di cotone e vetro, quindi, marrone, bianco e trasparenze in casa sua; oro in quella di Charlotte; luminescenze pop fuori dal drugstore panoramico; grigi a scuola) non salvano il film dai miei pallidi strali.

Bravo Firth, senza infamia né lode la Moore, correttamente efebico ma insignificante Nicholas Hoult, con indosso un maglioncino peloso che avrebbe fatto invidia a Ed Wood.

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25 Gennaio 2013 in A Single Man

La bellezza e i contenuti, il rigore stilistico e la tempesta delle emozioni: tutto ciò è A Single Man, opera prima di quell’artista che è Tom Ford, che sorprende per la bravura con cui dal disegnare moda passa a girare, con tutti i pregi, un film tratto da un libro culto delle lettaratura gay.
Il film è una visione per gli occhi: il gusto estetico di Ford si rivela in ogni fotogramma, in ogni abito, in ogni acconciatura, nelle scenografie e nella fotografia. L’estetica si coniuga perfettamente ai contenuti, trattati con gusto, garbo e grazia, mai gridati.
Il dolore di Colin Firth, immenso protagonista, che ha perso il suo compagno di 16 lunghi anni, è riassunto da fugaci inquadrature dense di significato; le sue emozioni sono evidenziate da una fotografia che satura l’oggetto di interesse del protagonista; la sua giornata è narrata nel presente e nel passato e i dialoghi sono efficaci e colti.
La colonna sonora è sfondo imprescindibile della narrazione ed è Arte: Abel Korzeniowski & Shigeru Umebayashi intessono un tessuto sonoro perfetto.
Julianne Moore, Matthew Goode, Nicholas Hoult e Jon Kortajarena sono tutti comprimari espressivi, funzionali e apprezzabili, che fanno da splendido contorno all’interpretazione sentitissima di Firth.
Un’opera prima sensazionale.

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24 Dicembre 2012 in A Single Man

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Tom Ford è uno stilista gayssimo di cui io non so niente (e la cosa non mi fa morire di disperazione, comunque wiki). Però ha fatto questo film laccato e gay e curato e melodrammatico e triste che non era niente male. C’è questo insegnate, con degli occhiali gay, a cui è morto l’uomo della sua vita, relazione di 16 anni, e non si ripiglia più. Morto in uno di quegli incidenti belli e cinematografici, in una coltre di neve bianca. Riaffiorano i ricordi a flashback, e la solitudine, che condivide con un suo giovane studente e con una vecchia amica. Pensa al suicidio, ci ripensa. Vale la pena, non ne vale? (le battute tipo “ne vale il pene?” teneteveleohohohoh… nono, be serious). Lui e l’amica fumano delle sigarette rosa che sono un qualcosa che non si crede di poter vedere in giro. La sua esistenza grigia si accende e colora letteralmente nelle immagini quando interagisce con le altre persone. Come una fiamma che lotta per restare accesa (ehi, ma che figo la fiamma, ma l’ho visto io sto film?:S).

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21 Ottobre 2012 in A Single Man