Recensione su A Serious Man

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la tecnica è perfetta, parliamo della trama / 18 Ottobre 2013 in A Serious Man

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

è sufficiente vivere un’esistenza corretta sotto tutti i punti di vista (morale, religioso, sociale) per tenersi lontano dai guai? pare di no. può dunque succedere che un uomo mite e responsabile, onesto lavoratore, ebreo praticante, padre di famiglia, CON GLI OCCHIALI, veda disgregarsi sotto i colpi di un destino ingestibile la sua vita banale ma rassicurante. ingestibile perchè le ripercussioni delle azioni altrui non sono vincolate, alla fin fine, alla probità del singolo. ecco così che la moglie vuole il divorzio perchè così le gira, ecco che uno studente mediocre ribalta la frittata di una tentata corruzione e lo accusa di calunnia, ecco che i vicini con cui si relaziona correttamente si approfittano di lui cercando di usurpargli terreno e fedeltà coniugale. sono tanti i guai cui va incontro il protagonista, meno le risposte che ottiene dalla religione: dio lo sta punendo per qualcosa? i tre rabbini cui si rivolge non sembrano essere concordi sul verdetto, che plasmano a seconda del loro personaggio: ecco quindi che il giovane rabbino dà una risposta in linea con il carattere aperto e psico-sociologico della gioventù, il rabbino di mezzo tira fuori dal cilindro l’evergreen della storiella dal sapore yiddish completamente avulsa dalla domanda ma, perchè no? forse ricca di significato; mentre l’ultimo, il decano, il più anziano e saggio della comunità risponde con il silenzio: non può ricevere, è impegnato a pensare. è evidente il rimando alla vicenda biblica di giobbe e del suo essere in balia di un destino avverso per tararne la fede, la lettura del finale può seguire dunque questa linea e vedere nel responso medico, probabilmente assai negativo, e nell’uragano che si profila all’orizzonte una punizione divina per l’aver ceduto alle tentazioni proprio sul traguardo della crisi rientrata. ma si può anche scegliere di restare con i piedi per terra e vedere, invece, il tutto come la serie di rogne più o meno serie che tutti prima o poi siamo portati a sopportare (certe volte tutte insieme) e ridimensionarle di fronte alla consapevolezza che, serious o meno, può non esserci mai fine al peggio.

2 commenti

  1. alex10 / 18 Ottobre 2013

    Purtroppo non mi hai convinto…cioè, tecnica a parte, questo film mi ha annoiato e non mi ha suscitato nulla…e il fatto che io sia rimasto palesemente imperturbato, anzi, forse un po’ innervosito, credo che sia una cosa gravissima per un film e, per questo in particolare che ho trovato noiosissimo e la trama anche piuttosto insensata, contrariamente a te che, invece, hai dato un senso a tutto. 😉

  2. scimmiadigiada / 18 Ottobre 2013

    succede. io stessa sono stata sull’orlo del linciaggio per aver criticato film piaciuti ad altri. non è male, comunque, la controversia. la preferisco alla lode incondizionata. meglio la discussione.

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