Recensione su Grindhouse - A prova di morte

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A prova di…B-Movies! / 25 Agosto 2013 in Grindhouse - A prova di morte

Lo sfrenato e “infantile” romanticismo di due rinomati registi riversato in un progetto singolare, fin troppo personale e sentito ma non del tutto compreso dalle orde di giovani fans che, impazzite, si riversano distrattamente negli ormai freddi, dispersivi e lussuosi multisala moderni. Grindhouse, partorito dalle menti di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez come un “doppio spettacolo”, due episodi per parte con lo scopo di omaggiare un cinema ormai sommerso, quello dei drive in e delle sale di seconda visione, nelle quali, per la maggiore, si potevano “ammirare” i cosiddetti b-movies, pellicole low budget, sconclusionate, recitate alla buona e caratterizzate da una notevole violenza e scene di sesso esplicito. Un ammasso di opere tirate via, tra le quali però poteva nascondersi l’eccezione di un film superiore alla media delle migliaia di scarse pizze che inondavano le cosiddette grindhouse (i cinemini o Drive in in questione). La coppia Tarantino/Rodriguez lo imposta così per il mercato Usa, che però non risponde come ci si aspetterebbe, generando dunque un inatteso flop che costringe i due registi a dividerlo per il mercato europeo. Eccoci quindi a parlare di “Grindhouse – Death Proof” (A prova di morte), il frammento diretto da Mr Quentin.
Tarantino, qui, riempie il suo segmento di tutte le proprie ossessioni fisiche e visive, impadronendosi totalmente dell’opera, oltre ad esserne regista, sceneggiatore e produttore, ne è anche direttore della fotografia, omaggiando a briglia sciolta film su film, con richiami grandi e piccoli alla sua sconfinata filmografia mentale.
ll protagonista è Stuntman Mike, interpretato dal vecchio e coriaceo Kurt Russell, icona del cinema muscolare anni ottanta e interprete feticcio del maestro John Carpenter, qui nelle vesti di un maniaco omicida sui generis, un degenerato sfregiato che non uccide con le armi da taglio, tipiche del caro slasher, bensì con la sua automobile a prova di morte. La trama non è altro che un mero pretesto, Tarantino imbastisce uno spettacolo tipicamente da drive in, per una dichiarazione d’amore ad un modo di concepire la settima arte ormai defunto, ad un modo di amare il cinema ormai smarrito, ad un modo di divertirsi surclassato dalle grandi major, il cinema visto quale cinema spettacolo, imperfetto ma che vive della sua imperfezione, pacchiano, grossolano e volutamente esagerato. Ogni cosa in “Death Proof” è un rimando a tutto ciò, personaggi volutamente poco interessanti e superficiali, musiche accattivanti che profumano di seventies, immagini, fintamente, sgranate ed usurate, sequenze tagliate con l’accetta e frettolosamente, tutto è in onore delle grindhouse, ed è realizzato con tanta minuzia romantica da farcene invaghire. Il film scorre, fra i soliti dialoghi fiume tipici del regista, con le bellissime girls impegnate a sviscerare colorite “perle di saggezza”, e scene d’azione tecnicamente perfette, lo scontro fra le due auto a metà film, montaggio geniale da cardioplama, e il lungo inseguimento finale, magistrale ed autentico, girato alla spericolata maniera di Punto Zero e Bullitt. L’inseguimento in questione è, in particolar modo, significativo, quando dalle sgombre e rurali strade campagnole del Tennessee le auto si immettono, come catapultate, nella gigantesca highway, tipicamente americana, popolata da vetture moderne e ultra tecnogiche, SUV e quant’altro, le quali però, a contatto con i due potenti e rombanti mostri vintage, schizzano via come palline da tennis impazzite, senza anima, senza volto e, assolutamente, senza nessunissimo tipo di fascino. Insomma, il “vecchio” che resiste al nuovo, perfezionato, e che resisite sia all’usura del tempo che al romanticismo di chi il “vecchio” lo ha amato e vissuto.

5 commenti

  1. alex10 / 25 Agosto 2013

    però questo è il film di tarantino che meno mi è piaciuto @rodriguez86
    l’idea è geniali e…come dici…ci sono stupende scene di inseguimento e incidenti (soprattutto dove all’inizio muoiono tutte quelle ragazze nella macchina…si vedono gambe che volano…fantastico)…

    però alcuni aspetti non mi hanno convinto per niente…forse dovrei rivederlo (anche se l’ho già visto un paio di volte)

    • Bisturi / 25 Agosto 2013

      Piaciuto molto, personalmente, và visto secondo quest’ottica, non è un capolavoro, ma un atto d’amore che, per chi chiaramente non apprezza quel cinema da saletta (molte volte realmente superfluo), non potrà mai essere tale! Tarantino sa girare i film, si parte da questo presupposto @alex10

      • alex10 / 26 Agosto 2013

        mmh…
        però non è detto sai…

        • Bisturi / 26 Agosto 2013

          beh, vederlo sotto quest’ottica aiuta, nonostante sia ottimamente girato e oggettivamente colto, cinematograficamente parlando. Non avrebbe avuto molto senso se girato come un film senza rimandi e richiami e senza quel’alone romantico che lo avvolge. Il tutto si sarebbe ridotto ad un normalissimo slasher movie, stantio e privo di guizzi. Anzi, avrebbe avuto ancora più senso se lo avessero lasciato come in origine lo progettarono, ma si sà, anche gli incassi contanto! Ma questa è solo la mia visione delle cose….

          • alex10 / 26 Agosto 2013

            mi ha parzialmente deluso…
            anke se torvo comunque degli aspetti positivi…
            detto francamente secondo me tarantino quel film l’ha fatto soprattutto per far piacere al suo amico…
            certo è un omnaggio ai b movie che quenntin ha sempre amato…però secondo me l’avrebbe voluto fare diversamente…mi è comunque piaciuto…bada bene…non dico che sia del tutto negativo…
            poi kurt russel mi piace molto in questi ruoli

            hai anche ragione su certe cose..idnubbiamente @rodriguez86
            come disse tarantino “è uno slasher senza gli elementi tipici dello slasher” 😉
            e questo la dice lunga sullo scopo che ha questo film…
            e cioè…non uno scopo ben preciso…

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