Recensione su Una preghiera prima dell'alba

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Realtà lontane, ma neanche tanto. / 12 Febbraio 2020 in Una preghiera prima dell'alba

Il film(tratto dall’omonimo romanzo A Prayer Before Dawn) narra la vera storia del pugile, tossico, William “Billy” Moore da poco prima del suo arresto fino all’incarcerazione per spaccio di metanfetamina, nel carcere di Klom Prem in Thailandia. Nel carcere, c’è una scuola di boxe thailandese che sarà la sua salvezza.

L’utilizzo della macchina a mano, che resta appiccicata al nostro Billy, interpretato magistralmente da Joe Cole (Michael in Peaky Blinders), è funzionale al racconto: il caldo che soffrono i carcerati , il sudore, l’umidità, il marciume delle celle, la paura, le botte durante i combattimenti, tutto è più amplificato.

Il film è recitato per buona parte tutto in thailandese, non tradotto all’80% (neanche sottotitolato), scelta fondamentalmente, a mio avviso, per aiutare lo spettatore a entrare di più nei panni di Billy che, poveraccio, non capiva una parola.

La scenografia sembra reale, a questo punto ipotizzo che sia stato girato dentro un carcere vero.
I detenuti che si vedono nel film sono tutti ex detenuti della prigione di Klom Prem e devo dire che è palese, appena li ho guardati in faccia ho pensato “questi so’ criminali veri”, e così era infatti.
Quindi un plauso a loro che sono le fondamenta e la struttura della realtà che è stata raccontata senza nessun filtro e nessuna patinatura, incredibile.

Ora veniamo all’aspetto che più ho amato: la lotta.
Per quanto il film sia crudo e violento, anche gratuitamente, soprattutto all’inizio, col passare del tempo, in maniera molto graduale, quella violenza inutile viene incanalata e assorbita dallo sport, la boxe thailandese, e trasformata in qualcosa di superiore, un’energia produttiva, un motivo per affrontare i propri demoni una volta per tutte, la Yaba (metanfetamina) nel caso di Billy.
Il combattimento, proprio come in Fight Club, viene visto come un meccanismo per agire e cambiare la propria mente, come il “metti la cera” “togli la cera” di Karate Kid.

La violenza, secondo il dizionario è l’azione volontaria, esercitata da un soggetto su un altro, in modo da determinarlo ad agire contro la sua volontà; in questo caso è tutto l’opposto, è un tipo di violenza che non è fine a se stessa ma anzi, spinge a prendere piena coscienza di se e ad ACQUISIRE la volontà necessaria per fare ciò che non riusciamo a fare, è il passaggio da nichilismo passivo a nichilismo attivo di cui parla Nietzsche: ergersi al di sopra del caos, affermare i propri valori e divenire unico legislatore di sé stesso.

Non capisco perché, film di questo livello, non vengano proiettati in sala, io ho dovuto acquistare il blu ray per guardarlo. Tanti complimenti alla Lucky Red che ha avuto occhio e l’ha distribuito in digitale e formato fisico.
Sarà che io sono fan dei prison movie, sarà che sono di parte, per me è veramente un signor film.
Per gli amanti di questo genere consiglio anche: Cella 211, Il Profeta, Starred Up.

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