Recensione su La spia - A Most Wanted Man

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4 Dicembre 2014

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Da un romanzo di Le Carré, trattasi di un film dove si vede Gunther, aka Philip S. H. nel sua ultima apparizione prima di schiattare, fumare in diecimila pose: languido, triste, assonnato, incazzato, amaro e sconfitto, e via così. Praticamente una gallery. In un clima da post-attentanti Torri Gemelle, ad Amburgo ci son un sacco di musulmani, e conseguentemente un intrico di servizi segreti di dovunque imparanoiati e no, lookink for matasse da sbrogliare. Arriva dalla Cecenia un barbogio che richiede un sacco di soldi alla faccia stratificata di rughe di Defoe, Gunther con la sua squadra deve capire se sia solo un terroraccio o un poverista. Cioè sì insomma hai capito. Perché lui vuole pescare i pesci grossi, e bere e fumare. Ancora, ci sono una giovane avvocatessa che difende i clandestini ed è gnocca e una capa dei servizi segreti USA che parla con lui. Non ci sono invece sbrilluccichii (come ca**o si scrive?) nella parabola di questo tipo di agente dei servizi segreti, l’opposto del mio nome è B, JB, che lavora sulla strada, convincendo informatori, manipolando la gente e costruendo di ricatti piramidi, tutto lavoro sporco in vista di uno scopo più elevato. Mentre i capi decidono chiusi nelle torri di palazzi di vetracciaio, lui rinchiude la gente in sporchi garage, finché non ne cava quel che vuole. Ha un problema di fiducia, per un fallimento nel suo passato, uno di alcolismo, tabagismo, solitudine, le ha tutte. Quasi sembra uno che si possa suicidare. La trama è una risalita a livelli verso il pezzo grosso da incastrare, più di lavorio ai fianchi che non di azione, ma nuotando contro anche il fuoco/corrente amico, di chi nei servizi segreti fa di tutto il musulmano un fascio e farebbe blitz in continuazione arrestando tutti. Il finale fallimento segna la parabola discendente, del personaggio e di una vita e di una intera società incapace di difendere se stessa senza moltiplicare la violenza, lasciandolo sconfitto proprio quando appena aveva ricominciato a crederci; ed è triste, e solo, e l’ultimo, e fuma.

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